Quanto guadagnano gli Youtuber italiani: stipendio e cosa fanno di preciso

Pubblicato il 31 Maggio 2019 alle 12:04 Autore: Daniele Sforza

Quanto guadagnano gli Youtuber davvero? Qual è il loro stipendio mensile e qual è il loro lavoro? Andiamo a soddisfare qualche legittima curiosità.

Quanto guadagnano gli youtuber e cosa fanno
Quanto guadagnano gli Youtuber italiani: stipendio e cosa fanno di preciso

Quando nel 23 aprile del 2005 Jawed Karim pubblicò il primo video su YouTube (Me at the Zoo) nessuno si sarebbe aspettato che nel giro di pochi anni quello dello Youtuber sarebbe diventato un vero lavoro. Certo, ci vuole costanza, ci vuole passione e dedizione, si deve conoscere un argomento di preciso (che può essere quello dei videogiochi così come quello della cosmetica) e nutrire una schiera di followers a suon di video che abbiano in sé una sana dose di divertimento. Un canale YouTube in cui uno legge per intero o commenta I Fratelli Karamazov, ad esempio, non potrebbe avere successo (o almeno, fino a oggi, non lo ha avuto). Ma quanto guadagnano gli Youtuber e cosa fanno esattamente?

Il caso St3pny

Quella appena esposta è una domanda che risuona subito dopo la notizia della scoperta da parte della Guardia di Finanza di un illecito commesso proprio da uno Youtuber, Stefano Lepri, meglio noto come St3pny, il cui canale conta qualcosa come 3.792.727 iscritti (al momento in cui scriviamo). L’illecito di cui è accusato è evasione fiscale. A quanto sappiamo, il 25enne youtuber, con un canale specializzato prevalentemente in videogiochi ma non solo, avrebbe evaso 400 mila euro di Iva e 200 mila di euro di tasse, per mancata dichiarazione di 600 mila euro in un quinquennio. Molti avranno strabuzzato gli occhi a leggere queste cifre, ma tant’è: uno Youtuber può anche arrivare a guadagnare tali soldi. Lo fa con le visualizzazioni dei suoi video, con i banner pubblicitari, con i prezzi degli abbonamenti, eventi e, a discrezione dello stesso, anche per accordi commerciali con terzi. Alcuni influencer tra i più noti sono infatti pagati per sponsorizzare prodotti di brand più o meno famosi. E poi ci sono tutti gli eventi collaterali (Chiara Ferragni docet).

Lo youtuber come attività professionale

La Guardia di Finanza, come ha scritto Fanpage, ha multato St3pny (e dunque non lo ha denunciato) in quanto lo Youtuber non è ancora incluso tra le categorie di lavoro autonomo. Ma se andiamo a ben vedere, anche altre categorie meno “bizzarre” (agli occhi dei profani tradizionalisti) è difficile reperire e incasellare nei codici Ateco attuali che riconducono alle attività di lavoro autonomo. Il problema, insomma, sarebbe alla fonte (nell’inquadramento dell’attività di youtuber come attività professionale) e Lepri ha reso noto che sta collaborando con la Guardia di Finanza per restituire quanto dovuto.

Cosa fa uno Youtuber

A ogni modo, per St3pny, si parla di guadagni per 10 mila euro (lordi) mensili. Ovviamente non tutti guadagnano queste cifre: c’è chi incassa di più e chi viene pagato di meno. Per guadagnare su YouTube, tuttavia, è necessario avere alcune caratteristiche più o meno comuni a tutti gli youtuber ricchi: essere spigliati, avere un talento (il concetto di talento è qui molto esteso ed estendibile) e raccogliere consenso attorno a un prodotto o a un servizio di massa, che sappia dunque cogliere l’attenzione di un ampio gruppo di persone.

Quanto guadagnano gli Youtuber di media

Si deve poi notare che le cifre sopraccitate guadagnate da St3pny (la forbice di guadagno degli youtuber più noti possono variare da 120 mila a 700-800 mila euro annui) non sono nulla in confronto a quelle incassate dai migliori Youtuber nordamericani. Stando ai dati più recenti lo Youtuber più pagato del mondo è un ragazzino di 7 anni, tale Ryan Kaji (Ryan ToysReview) che nel 2018 ha incassato qualcosa come circa 22 milioni di euro. Non male anche uno degli Youtube più “anziani”, lo svedese PewDiePie, che però nella classifica di Forbes si posiziona solamente al 9° posto, con 16 milioni di euro annui.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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