Fideiussione bancaria: cos’è e come si ottiene per l’affitto

Pubblicato il 5 Giugno 2019 alle 18:57 Autore: Claudio Garau

Che cos’è, secondo la legge vigente, una fideiussione bancaria, qual è la finalità e quali caratteristiche assume con riferimento all’affitto.

Fideiussione bancaria cos'è e come si ottiene per l'affitto
Fideiussione bancaria: cos’è e come si ottiene per l’affitto

La fideiussione bancaria è un istituto del diritto civile, di ampia applicazione nelle situazioni concrete. Sia che si voglia comprare casa o investire su un qualsiasi tipo di immobile, sia che si voglia investire per aumentare i ricavi della propria azienda o fabbrica, la fideiussione bancaria appare un scelta azzeccata. Vediamo di seguito che cos’è e come si applica per gli affitti.

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Fideiussione bancaria: cos’è e qual è la finalità

Laddove i soldi delle proprie tasche non siano sufficienti a coprire una determinata spesa, il privato cittadino può rivolgersi alla banca per la fideiussione (oltre che per aprire un mutuo). Detto in estrema sintesi, la fidejussione bancaria riguarda una particolare situazione in cui la banca è protagonista: essa, infatti, diviene garante di un prestito. Tale procedura è, in sostanza, una vera e propria garanzia legale di pagamento, ed è formalizzata in un contratto scritto, con il quale un istituto di credito si impegna, in ogni caso, a soddisfare l’originaria obbligazione, laddove chi ha sottoscritto il contratto originario (ad esempio una compravendita o un affitto), non sia più in grado di saldare il debito.

È insomma un contratto tra fideiussore e debitore, che fa da garanzia su un altro e precedente contratto, stipulato tra creditore e debitore. La legge sul punto è chiara: l’art. 1936 del Codice Civile infatti ricorda che la banca e quindi il fideiussore garantisce il pagamento, con un impegno definito nel Codice come “unilaterale”.

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Cosa succede in materia di affitto? Quali conseguenze?

A questo punto, visto in sintesi che cos’è la fideiussione bancaria, facciamo chiarezza sul rapporto tra essa e il contratto di affitto. In materia di locazione, è certamente possibile che il proprietario dell’immobile chieda all’affittuario la cosiddetta fideiussione bancaria per affitto. In questi casi, com’è ovvio, la somma in oggetto serve a coprire, a titolo di cauzione in garanzia, un’eventuale situazione di difficoltà a pagare i futuri canoni di affitto.

La banca, pertanto, si obbligherà verso il proprietario personalmente e solidalmente con il debitore. Ciò significa che in caso di inadempimento e quindi in caso di mancato pagamento di uno o più canoni, il creditore proprietario potrà procedere all’escussione del patrimonio del debitore e poi di quello del fideiussore (salvo differente disposizione).

Insomma, la prassi mostra come i proprietari di immobili più accorti, richiedano sempre più spesso, la sottoscrizione della fideiussione bancaria per locazione. E ciò prima ancora della stipula del contratto di affitto. Con questo iter, l’inquilino dovrà versare in banca un importo pari alla somma degli interessi calcolati sul canone di affitto annuo. L’istituto di credito, però, prima di dare la garanzia al proprietario, dovrà verificare attentamente la la situazione patrimoniale dell’affittuario. La banca allora controllerà l’effettiva capacità di rimborso del richiedente e chiederà la dovuta documentazione, fra cui documento di riconoscimento, codice fiscale, ultima dichiarazione dei redditi, modello 730 o busta paga. Certamente si tratta di un iter piuttosto lungo, che potrebbe portare ad un ritardo nella firma del contratto di locazione.

Dal punto di vista della durata, la fideiussione bancaria dura quanto il contratto di affitto. Mentre, sul piano dei costi totali, essa è chiaramente parametrata, di volta in volta, sulla situazione concreta di affitto e sul tipo di fideiussione. Le clausole inserite nel contratto di fideiussione bancaria riguarderanno in genere: durata, importo massimo dell’eventuale rimborso da parte della banca, modalità di escussione e tipologia di garanzia (la banca fissa nei documenti contrattuali la soglia massima oltre alla quale non sarà più responsabile, l’eccedenza sarà quindi a carico del proprietario).

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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