Incremento avanzo primario: la strategia del governo sui conti pubblici

Pubblicato il 20 Giugno 2019 alle 12:11 Autore: Alessandro Faggiano

Sembra che l’esecutivo voglia rassicurare gli investitori e l’Unione Europea attraverso un incremento dell’avanzo primario. Di cosa si tratta?

Incremento avanzo primario: la strategia del governo sui conti pubblici
Incremento avanzo primario: la strategia del governo sui conti pubblici

La lunga negoziazione tra Bruxelles e Roma, prosegue. Nonostante la procedura d’infrazione per debito eccessivo nei confronti dell’Italia sia stata già avviata, c’è ancora tempo per distendere i rapporti. Almeno un paio di mesi, nel quale il governo gialloverde potrà fare il possibile per rassicurare sia i soci europei, sia gli investitori. Con lo spread che si mantiene vicino ai 300 punti base, il costo degli interessi sul debito pesa enormemente. Proprio considerando il peso degli interessi, sembra che l’esecutivo voglia rassicurare gli investitori e l’Unione Europea attraverso un incremento dell’avanzo primario. Di cosa si tratta?

Ecco cos’è l’avanzo primario

L’avanzo primario l’indicatore chiave che registra il saldo tra entrate e uscite al netto della spesa per interessi. Ciò significa portare avanti una gestione oculata delle risorse, grazie ad una politica fiscale sostanzialmente restrittiva. Ovvero: incrementare il gettito fiscale (non necessariamente la pressione fiscale) e ridurre la spesa pubblica. Come spiegato dal Sole 24 Ore, il gettito fiscale è attualmente in aumento grazie all’introduzione dell’obbligatorietà della fattura elettronica.

I benefici di un buon avanzo primario si rifletterebbero nel medio periodo, in quanto è uno degli indicatori chiave della solidità dei conti pubblici. A maggior solidità, corrisponde un incremento della fiducia da parte dei mercati e degli investitori, pertanto maggior domanda di titoli e crollo degli interessi sui titoli emessi.

La manovra trumpiana voluta da Salvini non funzionerebbe, secondo Tria

Non disponendo di una propria politica monetaria, con un debito già eccessivo e scarsa fiducia da parte dei mercati, la sforbiciata sulle tasse in stile Trump che propone Salvini avrebbe effetti deleteri sui conti pubblici italiani. La mancanza di fiducia si tradurrebbe in una ulteriore spesa per gli interessi, che graverebbe oltre modo sui cittadini italiani. È questa la posizione espressa dal ministro dell’Economia Giovanni Tria, sempre più ai ferri corti con Salvini dopo le ultime dichiarazioni poco lusinghiere sui minibot. Tria li ha definiti, infatti, “illegali e pericolosi”.

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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