Anticipo TFS e TFR: diffida Confsal al governo, “va pagato subito”

Pubblicato il 16 Luglio 2019 alle 11:03 Autore: Daniele Sforza

Anticipo Tfs e Tfr per i dipendenti pubblici continua a far discutere: tra le ultime notizie spicca il comunicato-denuncia di Confsal-Unsa.

Anticipo TFS e TFR: diffida Confsal al governo, “va pagato subito”

Si parla ancora di anticipo Tfs e Tfr per i dipendenti pubblici e stavolta a far rumore è un comunicato-denuncia diffuso da Confsal-Unsa. Il segretario generale della federazione Massimo Battaglia ha definito una “bufala del Governo” l’anticipo con prestito bancario, soprattutto perché certo presso istituti è possibile ottenere un prestito a tassi agevolati in misura maggiore.

Anticipo Tfs-Tfr “un diritto”

L’anticipo di 45 mila euro sul Tfr-Tfs dei dipendenti pubblici è un prestito fatto da banche con interessi a carico dei lavoratori”, spiega Battaglia, “non l’erogazione, come dovrebbe essere, di un diritto maturato in più di 40 anni di contribuzione”. Alla luce di quanto sopra esposto, “i lavoratori pubblici continuano a essere truffati da un datore di lavoro che non eroga il loro Tfr-Tfs in termini accettabili”.

Diffida Confsal-Unsa contro il governo

Per questi motivi, l’avvocato Antonio Mirra, a tutela dei dipendenti pubblici in attesa di Tfr, ha depositato “una diffida al governo in cui si intima un intervento urgente di sistemazione della materia in modo completamente diverso rispetto al prestito bancario”. Battaglia definisce l’anticipo di 45 mila euro promosso dal governo “una bufala”, perché “vi sono banche convenzionate che con una normale operazione di cessione del credito già offrono anticipi a tassi inferiori”. È l’esempio del Banco BPM Spa, che “riconosce ai lavoratori della polizia di Stato e al personale civile del Dipartimento della pubblica sicurezza l’anticipo del Tfr al tasso dell’1% fisso”.

Anticipi trattamento di fine servizio e di fine rapporto: decreto pronto

Anticipo Tfs e Tfr: il riferimento alla sentenza della Corte Costituzionale

Il sindacato intima al governo di risolvere la questione alla radice e in modo equanime. “Dopo più di 40 anni di lavoro, il dipendente pubblico deve avere a disposizione il proprio Tfr/Tfs subito, senza interessi e per la cifra intera cui ha diritto avendo versato puntuali contributi durante l’intera carriera lavorativa”.

Infine si fa riferimento anche alla sentenza n. 159/19 della Corte Costituzionale, che sempre su ricorso dell’UNSA contro il differimento e la rateizzazione del Tfr, ha dichiarato “di non poter esimersi dal segnalare al Parlamento l’urgenza di ridefinire una disciplina non priva di aspetti problematici, nell’ambito di una organica revisione dell’intera materia, peraltro indicata come indifferibile nel recente dibattito parlamentare”. Inoltre, ultima precisazione, le recenti norme sul finanziamento anticipato del Tfr, per gli ermellini, non vanno ad “alterare i termini delle questioni”.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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