Giuseppe Civati a TP: “Sembra il Basso Impero, Stiamo perdendo tempo, senza rendercene conto”. L’Intervista

Pubblicato il 29 Maggio 2009 alle 16:58 Autore: Redazione

3)      Lei collabora con l’agenzia di comunicazione “Interzone Comunicazione”: potrebbe spiegarci quale sia il suo compito e quali siano gli obiettivi di questa agenzia?

Per la verità ho collaborato qualche tempo fa. E ho imparato molto. Il suo campo d’azione è quello della comunicazione, in particolare gli eventi e il web. Credo che sia stato utile lavorare con loro e, in generale, lavorare nel privato ed essere pronti a tornare a farlo, perché la politica non è un’attività perenne (cioè, non lo deve essere la carriera del politico, a mio modo di vedere).

4)      Come molti di noi, anche Lei ha creato un proprio blog (oltre ad un sito personale), tra l’altro molto seguito ed apprezzato. Ritiene che i blog personali siano soltanto forme di narcisismo oppure evidenzino un’innata volontà di sfruttare i media per poter comunicare ad un pubblico sempre più vasto le proprie idee e discutere di esse con altre persone?

C’è molto narcisismo, certamente, ma anche la voglia di mettersi in discussione, in gioco, senza filtri, senza mediazioni. Cercando di coinvolgere le persone direttamente, confrontandosi con loro in profondità, esponendosi al “pubblico ludibrio”. E ricavandone “istruzioni per l’uso” molto utili per precisare la propria proposta politica.

5)      E’ notizia recente che entro la Chiesa Cattolica si stia discutendo sulla possibilità di riabilitare Giordano Bruno. Se ne sta occupando direttamente il fisico Nicola Cabibbo, presidente della Pontificia accademia delle scienze. Inoltre, Stefano Rodotà ha pubblicato un libro dall’eloquente titolo “Perchè Laico”, ed. Laterza.  Da filosofo e da politico, quale ritiene sia il rapporto che debba intercorrere, alla luce dei Patti Lateranensi e della Costituzione, tra Stato Italiano e Chiesa Cattolica?

Ci vuole rispetto e dignità. Dei ruoli e delle funzioni. Attenzione e cura per gli argomenti di tutti. Alla Obama, per capirci, o alla Bianchi (nel senso di Enzo) che da cristiano scrive cose rilevantissime e di grande interesse anche per i laici. Bisogna però stare lontani dalla dimensione dello scontro di potere in cui troppo volte è ricondotta la discussione nel nostro Paese. Rispettare il mistero e quell’etica che è di tutti, ancor prima di diventare un fatto religioso solo per alcuni.

6)      Ogni Governo in carica deve sempre trattare l’annosa questione deli fondi destinati alla ricerca (umanistica e scientifica). L’Italia è tra i paesi occidentali che investe meno in ricerca rispetto al proprio PIL (Prodotto Interno Lordo): se lei diventasse Ministro dell’Istruzione (Università e Ricerca), quali le 3 proposte che intenderebbe presentare per rendere competitiva l’Italia sia nell’ambito della ricerca nelle scienze naturali sia anche negli studi umanistici?

Innanzitutto, introdurrei un po’ di rispetto per il merito nelle nostre università, che sono troppe, troppo clientelari e troppo poco trasparenti nella scelta del proprio personale, a tutti i livelli (anche perché hanno troppo poche risorse). Aprirei un grande dibattito e un confronto con le forze produttive del Paese, per stabilire insieme come spendere i soldi, verso quali obiettivi e con quale partecipazione del mondo dell’impresa (che ha una funzione sociale e che si deve fare carico della crescita anche culturale del Paese). Infine, interverrei per premiare le eccellenze presenti nella scuola pubblica, mortificate dai ministri della destra, che le hanno prese come bersagli.

7)      Recentemente Silvio Berlusconi è nuovamente salito alla ribalta per due questioni piuttosto delicate: la sentenza nel processo all’avvocato inglese Mills e la questione della ragazza campana. Questi argomenti hanno notevolmente influnzato la campagna elettorale per il rinnovamento del Parlamento Europeo: è stato secondo lei un punto di merito o no il fatto che il segratario del suo partito, Dario Franceschini, abbia attaccato e lo stia tuttora facendo Berlusconi su questi due aspetti, oppure avrebbe dovuto concentrarsi su tematiche economico-sociali, quali la perdita del potere d’acquisto, la crisi economica, la cassaintegrazione crescente, etc.?

Secondo me, Franceschini ha fatto quello che poteva e lo ha fatto bene. Ha sollecitato Berlusconi a essere puntuale e chiaro nelle risposte e nello stesso tempo lo ha incalzato su questioni fondamentali, come la penuria di risorse e di idee messe in campo dal Governo per fronteggiare la crisi e la proposta degli ammortizzatori sociali, non più rinviabile. In campagna elettorale si è spesso portati a “forzare la mano”, ma ho generalmente apprezzato la linea tenuta dal segretario.

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