Denuncia o querela per diffamazione: quando ci sono gli estremi e come farla

Pubblicato il 22 Agosto 2019 alle 13:58 Autore: Claudio Garau

Denuncia o querela per diffamazione: quando ricorrono gli estremi di questo illecito penale e quali sono le modalità concrete per querelare e tutelarsi

Denuncia o querela per diffamazione: quando ci sono gli estremi e come farla
Denuncia o querela per diffamazione: quando ci sono gli estremi e come farla

La facilità con cui è possibile dar luogo al reato di diffamazione, probabilmente, non è cosa nota a tutti. Infatti, oggi anche qualche semplice commento “poco lusinghiero”, per esempio scritto sul web, nei confronti di una qualsiasi persona, conosciuta o meno, può integrare questo tipo di illecito. Vediamo allora quando ricorrono gli estremi del reato di diffamazione e come fare la segnalazione alle autorità.

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Denuncia per diffamazione: quando ricorrono gli estremi?

La domanda preliminare che dobbiamo porci è quando ricorre, nella realtà, un reato di diffamazione. In effetti è facile, in un discorso con altre persone o anche semplicemente in una discussione pubblica su un sito internet, lasciarsi andare ad esternazioni o pareri, in qualche modo, irriguardosi o irrispettosi, per ciò che attiene la sfera dell’onore, decoro o reputazione di qualcuno.

Per la legge (art. 595 del Codice Penale), tale illecito ricorre laddove i contenuti lesivi siano pronunciati, consapevolmente e con intento denigratorio, alla presenza di più persone (almeno due). La Cassazione nel 2010 ha però integrato il dato normativo, sostenendo che è sufficiente anche una sola altra persona, a patto che le modalità di esecuzione del reato comportino che la diffamazione giunga, di fatto, a conoscenza di altri. Dal punto di vista sanzionatorio, l’offesa in oggetto è punita con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a 1.032 euro.

In altre parole, ci sono valide ragioni per sostenere che in gioco vi sia un reato di diffamazione e quindi un rischio di denuncia (ma è più opportuno, giuridicamente, parlare di querela), laddove siano stati compiuti gesti, o pronunciate parole (anche scritte su internet), capaci di ledere la considerazione che una persona ha all’interno di un determinato contesto sociale.

Come fare la querela per diffamazione?

In queste circostanze, è più corretto, giuridicamente, parlare di querela per diffamazione, invece che di denuncia. Ciò in quanto, per il reato di diffamazione, il solo modo per trovare tutela è attraverso l’esplicita manifestazione di volontà in ordine alla punizione del responsabile del crimine.

Insomma la segnalazione del reato dev’essere fatta direttamente ed esclusivamente dalla vittima o persona offesa dal reato, presso le autorità competenti (polizia, carabinieri o Procura della Repubblica), in quanto la diffamazione non è un reato procedibile d’ufficio. Il termine per poter dar luogo a querela è pari a tre mesi, decorrenti dal momento in cui la vittima ha scoperto di essere stato diffamata.

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Due sono i modi concreti per effettuare una querela per diffamazione. O recandosi personalmente presso le forze dell’ordine, narrando oralmente come sono andate le cose (verrà redatto di seguito un verbale dell querela orale); oppure scrivendo la querela, autonomamente o con il supporto del proprio avvocato di fiducia, depositandola in un secondo tempo alle autorità. Sarà, in ogni caso, fondamentale rendere espresse le proprie generalità, la propria volontà finalizzata a punire il colpevole, il racconto puntuale dei fatti e soprattutto sarà utile l’eventuale documentazione a sostegno della querela stessa (foto, atti scritti ecc.).

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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