Luigi Di Maio rinuncia alla poltrona di vice premier, accordo a un passo

Pubblicato il 3 Settembre 2019 alle 13:57 Autore: Alessandro Faggiano

Luigi Di Maio rinuncia alla poltrona di vice premier, accordo a un passo, ma il capo politico dei 5 Stelle non si espone sul voto su Rousseau.

Luigi Di Maio rinuncia alla poltrona di vice premier, accordo a un passo
Luigi Di Maio rinuncia alla poltrona di vice premier, accordo a un passo

Anche l’ultimo paletto sembra essere stato rimosso. Di Maio rinuncia alla vicepresidenza del Consiglio dei Ministri, dopo le pressioni arrivate sia dal Partito Democratico – prendendo forse in contropiede il capo politico del M5S, proponendo di eliminare la figura del vicepremier – sia dall’interno dello stesso Movimento. Il maggior contestatore è stato il garante Beppe Grillo, che ha chiesto di non parlare più di poltrone ma di programmi. Anche il premier incaricato Giuseppe Conte si è espresso positivamente sul governo che presiederà tra pochi giorni. Attualmente, Conte è tra i leader politici più stimati (secondo solo a Sergio Mattarella, stando agli ultimi sondaggi) e la chiusura del “forno leghista” sembra aver messo in difficoltà Luigi Di Maio, inizialmente reticente ad un accordo con il PD.

Il capo politico del Movimento si è così espresso in una diretta video: “in questi giorni, mentre noi passavamo le giornate a parlare di programmi, qualcuno le passava a colpire me. In questi giorni si è fatto un gran parlare della vicepresidenza dei ministri e si era detto che la trattativa si era bloccata perché c’era questa questione in ballo. Per noi Giuseppe Conte è un premier super partes” afferma Di Maio. Secondo la sua visione, quindi, non poteva esserci solo un vicepremier in quota dem. Per quanto Conte sia considerato dalla gran parte degli italiani come esponente del 5 Stelle, il premier incaricato ha recentemente ricordato di non essere iscritto al partito e di non aver mai partecipato alle riunioni del direttivo o dei gruppi parlamentari.

Di Maio: “il mio obiettivo è ottenere il massimo per il Movimento”

Il capo politico del 5 Stelle prosegue: “Abbiamo saputo che il PD ha fatto un passo indietro, rinunciando al suo vicepremier. E quindi, questo problema non esiste più. Se ci avessero ripensato prima non ci sarebbe stato neanche questo inutile dibattito. Il mio obiettivo è quello di ottenere il massimo per il Movimento e credo di averlo fatto, fino ad ora. Per i ministri, si applicheranno No a condannati e no a indagati per reati gravi e solo incensurati. Ora tocca a voi iscritti decidere, perché la democrazia diretta, per il Movimento, è un valore irrinunciabile.”

Il capo politico del M5S sul voto su Rousseau: “non c’è un voto giusto o sbagliato”

Luigi Di Maio, infine, non si espone sull’indicazione di voto: “voglio rivolgermi a chi ha perplessità: non c’è un voto giusto o sbagliato. La somma delle vostre idee indirizzerà il Movimento. Si tratta di questo, di partecipazione: noi abbiamo già vinto. Il mondo aspetta l’espressione democratica del vostro voto per conoscere il futuro dell’Italia. E quindi, Buon voto a tutti, e viva il Movimento 5 Stelle.”

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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