Afghanistan: salta incontro Usa-Talebani, Trump licenzia Bolton

Pubblicato il 11 Settembre 2019 alle 16:34 Autore: Michele Mastandrea

Si blocca il processo di pace per l’Afghanistan. Trump silura il suo consigliere, mentre si innalza la tensione nel paese.

Afghanistan: salta incontro Usa-Talebani, Trump licenzia Bolton

È saltato all’ultimo momento l’incontro tra il presidente americano Donald Trump e i negoziatori dei Taliban di Afghanistan. L’incontro, programmato per lo scorso lunedì, avrebbe dovuto finalizzare l’accordo tra Washington e il gruppo islamista di Kabul. Accordo delineato nel corso dell’ultimo anno a Doha, in Qatar, dove in diversi round di colloqui si erano limati i dettagli tra le due delegazioni.

Secondo l’accordo gli Usa, rappresentati dal negoziatore Zalmay Khalilzad, avrebbero dovuto ritirare circa 5000 soldati nel corso dei prossimi mesi. A loro volta, i Taliban rappresentati da Mullah Abdul Ghani Baradar avrebbero dovuto rinunciare agli attacchi violenti contro gli Usa e i suoi alleati. Aprendo negoziazioni ulteriori con il governo legittimo di Kabul, presieduto da Ashraf Ghani.

Le motivazioni del mancato incontro

Incerte le cause dello stop all’incontro. L’inquilino della Casa Bianca ha dichiarato “morti” i colloqui, affermando che alla base della cancellazione del meeting ci sarebbe l’indisponibilità dei Taliban ad un reale cessate il fuoco. Ma anche l’omicidio di un funzionario americano (insieme ad altre 11 persone) qualche giorno fa a Kabul. Ma le motivazioni potrebbero non essere solo queste.

Per alcuni, Trump avrebbe cercato all’ultimo momento di alzare la posta, seguendo il suo classico stile di negoziazione. Mossa che sarebbe stata respinta dai Taliban. Potrebbe aver contato anche la difficoltà per Trump di rappresentarsi, proprio nelle ore del ricordo della strage dell’11/), vicino ai principali nemici pubblici americani del terzo millennio. Motivo dello stop potrebbe anche essere stata la difficoltà per i due contendenti afghani (Taliban e governo legittimo) a sedersi allo stesso tavolo.

Afghanistan: silurato John Bolton

A fare immediatamente le spese di quanto accaduto è un personaggio illustre dell’amministrazione Trump. Parliamo di John Bolton, Consigliere per la Sicurezza Nazionale, noto “falco” in politica estera nell’attuale governo, così come in passato in quelli di John W. Bush. Bolton è stato silurato via Twitter; solo qualche ora prima lo stesso Trump aveva smentito le voci di dissapori tra i due sul dossier Afghanistan ma anche su quelli riguardanti Iran e Corea del Nord.

L’addio di Bolton, contrario ad un’intesa con i Talebani, potrebbe far pensare che in un modo o nell’altro un accordo si troverà. Magari in un periodo temporale più vicino alle presidenziali USA del 2020. Va detto che non è la prima figura di grosso calibro a cadere sull’altare della politica estera di Trump. Proprio in disaccordo con la scelta di ritirare i soldati schierati in Siria e Afghanistan si era dimesso alla fine dello scorso anno l’allora Segretario di Stato James Mattis.

18 anni dall’11 settembre 2001

La guerra in Afghanistan, iniziata dagli Usa nel 2001 dopo l’attentato alle Torri Gemelle di cui oggi ricorre il diciottesimo anniversario, è costata migliaia di morti ad entrambi i contendenti, per quanto in un numero inferiore a quello delle vittime civili. La notizia dello stop all’incontro ha portato, secondo quanto riporta l’agenzia Reuters, ad una recrudescenza della violenza nelle aree settentrionali del paese. Le aree principali dei combattimenti sarebbero quelle di Takhar, Baghlan, Kunduz e Badakhshan, dove più radicata è la presenza talebana.

Il presidente afghano Ashraf Ghani ha rinnovato l’appello alla pacificazione, chiedendo ai Taliban di rispettare il cessate il fuoco per poter riprendere le trattative. Difficilmente troverà ascolto dalle forze islamiste, il cui scopo delle prossime settimane potrebbe essere quello di guadagnare ulteriore controllo del territorio.

Già oggi i Taliban controllano una maggiore porzione di territorio rispetto al 2001, ed è facile proseguano nelle operazioni per aumentare il proprio potere negoziale in futuro. Non mancano d’altra parte le sfide alla sicurezza scorrendo il calendario istituzionale. In Afghanistan, il prossimo 28 settembre sono in programma le elezioni presidenziali: potrebbero divenire bersaglio di attacchi politici violenti da parte dei Taliban.

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L'autore: Michele Mastandrea

Nato nel 1988, vive a Bologna. Laureato in Relazioni Internazionali all'università felsinea, su Termometro Politico scrive di politica estera ed economia.
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