Concluso il G8 a l’Aquila: Berlusconi ne esce rafforzato

Pubblicato il 11 Luglio 2009 alle 10:41 Autore: Redazione

Il tema del clima è un tema molto spinoso per tre paesi in particolare: USA, Cina ed India (questi ultimi due fanno parte del G5, ma non del G8). In vista della  Conferenza delle Nazioni Unite di Copenhagen del prossimo Dicembre, si fa notare come l’Aquila ospiterà anche la prima riunione a livello di Leader del Forum delle Maggiori Economie su Energia e Clima (MEF). Da Kyoto in poi, molto è stato promesso e pochissimo è stato mantenuto con la conseguenza che le emissioni non cessano di causare ingenti danni sia al clima che alla salute dei cittadini del Pianeta Terra. USA e Cina, insieme, consumano quantità esorbitanti di risorse energetiche ed inquinano enormemente. Il precedente Presidente statunitense, George W. Bush, ostracizzò gli accordi di Kyoto non avendoli firmati e quindi non avendoli dovuti rispettare. Barack Obama ha promesso, durante la sua campagna elettorale presidenziale, di invertire la tendenza del suo predecessore. Tutti quanti attendiamo di trovare conferma alle promesse. Cina ed India poi, essendo i più importanti paesi dell’Asia insieme al Giappone (e parzialmente Corea del Sud), ricevono su di sè gran parte delle responsabilità di quel continente in tema di rispetto ambientale, sostenibilità ed investimenti in energie riciclabili ed alternative. Anche qui, attendiamo fatti concreti e la prossima Conferenza di settore per sciogliere tutti i numerosi dubbi sull’argomento. Berlusconi si è detto ottimista sulle possibilità di accordi futuri. Vogliamo credergli.

Ultimo punto fondamentale, la crisi in Iran a seguito delle travagliate elezioni presidenziali che hanno sì visto l’elezione del precedente Presidente Mahmud Ahmadinejad, ma forti dubbi di legittimità sono stati espressi dal suo contendente Mir-Hossein Mousavi Khameneh, sino a portarlo a proteste di piazza con forte tensione civile e morti. Si è parlato di sanzioni contro l’Iran, ma è nostro parere che tali sanzioni siano soltanto un monito ufficioso per far placere la tenacia di Ahmadinejad e del Governo (oltre ovviamente alle cariche spirituali, vera forza politica, culturale e religiosa del paese) e tentare di rinsaldare i rapporti interni. A seguito dell’altra crisi (in Cina), l’Asia sembra attualmente un terreno di accese contese intestine che hanno come risultato certo quello di impedire un confronto equilibrato con i paesi occidentali. Lungi da noi qui portare alla luce teorie di complotti da parte di nazioni straniere ai danni dei due paesi sopracitati: teniamo a precisare unicamente come l’Asia, dal conflitto in Medioriente alla Guerra in Iraq, dalla crisi Georgiana a quella più recente nello Xinjiang, alle elezioni travagliate in Iran alla disputa nucleare della Corea del Nord, sia tutto furochè una zona ideale per le trattative diplomatiche. Colpa di ciò è da imputare sia ai diretti interessati ma certamente anche ai Governi occidentali, rei di confondere spesso e volentieri interessi internazionali con quelli privati.

Per concludere, un commento finale alla figura di Silvio Berlusconi: iniziò il Summit del G8 con i riflettori puntati addosso, pronto ad essere criticato a causa dei suoi famigerati quanto inopportuni comportamenti poco consoni a questo tipo di avvenimenti diplomatici. Quotidiani internazionali paventavano anche l’idea dell’uscita di nuove fotografie compromettenti che avrebbero messo, a quanto detto, in grave imbarazzo il Presidente del Consiglio. Nulla è uscito di nuovo e nessuna gaffe è stata fortunatamente sceneggiata da Berlusconi. Qualunque sia il giudizio politico (e personale) che si possa avere per Berlusconi, rimane indubbia la sua grande capacità organizzativa ed il suo travolgente carisma, i quali emergono in tutta la loro carica emotiva durante avvenimenti di questo tipo, nel bene o nel male. Questa volta è andata bene ed i critici italiani ed internazionali non potranno fare altro che prendere atto di questo successo personale di Berlusconi. A prescindere dalle ufficiose e prevedibili parole di elogio espresse dagli altri Capi di Stato all’orgranizzazione e leadership del nostro Presidente del Consiglio (mai si è sentito infatti un Capo di Stato criticare apertamente il paese organizzatore e certamtente non è questo il caso, nè probabilmente mai), risulta evidente come tutta la Conferenza si sia svolta senza intoppi esterni e le visite dei Grandi del pianeta alle popolazioni colpite dal terremoto ha creato certamente un maggior clima ci fiducia. Certo, vi sono state contestazioni: ma come non aspettarsi critiche in situazioni così delicate come un G8 ed un post-terremoto? Non dimentichiamoci che l’ultima volta il G8 in Italia (Genova) vide la morte di un ragazzo e furibonde sommosse tra polizia ed alcuni manifestanti, con epiloghi che finirono di fronte ad un tribunale con forze dell’ordine accusate e condannate per comportamenti violenti. Questa volta nulla di ciò è capitato. Fortunatamente.

In attesa quindi di vedere mantenute tutte (o almeno una parte) le promesse emerse da questa Conferenza, ci congediamo da l’Aquila nella speranza di poter vedere le popolazioni ancora collocate in tendopoli al più presto in abitazioni degne e rispettose della vita umana.

L'autore: Redazione

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