Regime Forfettario 2020 a scaglioni e senza fattura elettronica, il piano

Pubblicato il 10 Ottobre 2019 alle 11:20 Autore: Daniele Sforza

Come cambierà il regime forfettario nel 2020? Ecco l’ipotesi che potrebbe concretizzarsi nella prossima Legge di Bilancio.

Regime forfettario 2020 a scaglioni
Regime Forfettario 2020 a scaglioni e senza fattura elettronica, il piano

Il regime forfettario potrebbe cambiare nel 2020, ma non sarà eliminata l’aliquota Irpef agevolata al 15% per chi percepisce redditi annui fino a 65.000 euro. Non ci sarà invece l’aliquota al 20% per chi guadagna un reddito annuo compreso tra 65.000 e 100.000 euro annui, ma potrebbe esserci invece un ritocco al rialzo di quell’aliquota. Inoltre la novità del prossimo anno per i forfettari riguarderà la fattura elettronica, che però non sarà per tutti.

Regime forfettario: come cambia nel 2020

Le ipotesi al vaglio del governo sono diverse, ma quelle più probabili riguardano delle leggere modifiche al regime forfettario attualmente vigente. Innanzitutto dovrebbe tornare la soglia dei 30.000 euro annui come requisito essenziale per essere esentati dalla fattura elettronica, con l’aliquota che resta al 15%. Dai 30.000 ai 65.000 euro, invece, oltre all’aliquota del 15% spicca anche l’obbligo della e-fattura. Altra novità importante riguarda i soggetti che percepiscono un reddito annuo lordo compreso tra 65.000 e 100.000 euro: per loro il governo precedente (Lega-M5S) aveva ipotizzato un’aliquota agevolata del 20%. Ciò non si farà, anche se l’attuale esecutivo (PD-M5S) starebbe pensando di introdurre una nuova aliquota leggermente più elevata rispetto all’originario 20% (permane l’obbligo della fattura elettronica).

Partita Iva 2020: niente flat tax estesa nella Manovra, cosa cambia

Nuove risorse dalla lotta all’evasione fiscale

Non solo regime forfettario: come scrive Cristina Bartelli su ItaliaOggi, nella Nota di Aggiornamento al DEF si legge come si possano recuperare 7 miliardi di risorse dalla lotta all’evasione fiscale. “Allo studio”, scrive la giornalista, “c’è una stretta ulteriore rispetto alle regole esistenti tra false compensazioni di debiti/crediti fiscali e/o contributivi”, con un recupero stimato in 2 miliardi. Ma sulle somme che potrebbero derivare dalla lotta all’evasione c’è già un conflitto con il Cnel, che di fatto ha affermato che la stima di 7,2 miliardi di euro “appare non ancora valutabile”.

Segui Termometro Politico su Google News

Scrivici a redazione@termometropolitico.it

L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
Tutti gli articoli di Daniele Sforza →