Pignoramento telefono: quando è possibile e perché. La legge sul punto

Pubblicato il 13 Novembre 2019 alle 07:15 Autore: Claudio Garau

Pignoramento telefono o smartphone: è possibile? se sì, è conveniente? Ecco la risposta della legge e lo stato della giurisprudenza sul tema.

Pignoramento telefono quando è possibile e perché. La legge sul punto
Pignoramento telefono: quando è possibile e perché. La legge sul punto

Vediamo di seguito se, nell’ambito del cosiddetto pignoramento mobiliare, è possibile pignorare anche uno smartphone o cellulare. Infatti, la domanda sul pignoramento telefono è legittima, stante anche la grandissima diffusione di tale strumento di comunicazione. Ecco la risposta che si può desumere dalla legge e la situazione della giurisprudenza sul punto.

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Pignoramento telefono: il contesto di riferimento e come sono individuati i beni da pignorare

Preliminarmente, prima di affrontare l’argomento pignoramento telefono o smartphone, ricordiamo che il pignoramento mobiliare altro non è che una delle tre possibili tipologie di pignoramento (le altre due sono il pignoramento immobiliare e presso terzi) che il creditore può attivare per la legittima tutela del suo diritto, nei confronti del debitore. Solitamente il pignoramento mobiliare è mirato a sottrarre beni come denaro contante, arredi, gioielli o veicoli, alla materiale disponibilità del debitore e trova il suo fondamento nell’art. 491 del Codice di procedura civile, il quale tratta dell’avvio dell’espropriazione forzata.

Avviato l’iter di espropriazione, la scelta concreta dei beni da sottoporre al pignoramento mobiliare, spetta alla volontà dell’ufficiale giudiziario. La normativa in proposito, tuttavia, impone di individuare anzitutto i beni di “pronto realizzo”, idonei cioè ad essere immediatamente rivenduti, ottenendo il denaro con cui soddisfare il legittimo diritto di credito in gioco.

È possibile pignorare uno smartphone?

Giuridicamente, anche il telefono cellulare o smartphone è un bene mobile e, pertanto, anch’esso fa parte di quell’ambito di cose che l’ufficiale giudiziario potrebbe “sequestrare” al proprietario debitore. Insomma, in linea generale, non dovrebbero esservi dubbi sul fatto che il cellulare possa essere venduto al suo valore commerciale, a seguito del pignoramento telefono, tenendo però conto del fattore utilizzo che chiaramente ne diminuisce sempre più il prezzo, con il passare del tempo.

Nel Codice di Procedura Civile, l’elenco dei beni mobili che possono essere pignorati, è tassativo, ovvero non può essere esteso a cose non specificamente menzionate dal testo. La ragione è che le norme di tale Codice non sono mai sottoposte ad interpretazione analogica (e quindi ad estensione a ipotesi non previste). Pertanto, si può ritenere che, alla luce dei beni menzionati come non pignorabili, non vi rientri anche lo smartphone. In altra parole, il pignoramento telefono sarebbe astrattamente ammissibile dalla legge.

Conviene tale pignoramento?

Tuttavia, dal punto di vista dell’opportunità di procedere ad un pignoramento telefono, sorgono però dei dubbi. Infatti, il pignoramento telefono raggiunge lo scopo previsto dal legislatore, solo se davvero soddisfa le legittime pretese creditorie. Ciò può aversi soltanto in minima parte, in caso di pignoramento telefono, specialmente quando l’apparecchio non è recente, di alta qualità o addirittura ha qualche problema tecnico. Anzi, da un altro punto di vista, in caso di pignoramento telefono, il debitore potrebbe sostenere la tesi dell’abuso di diritto, con la possibilità che il creditore sia condannato a risarcire i danni al debitore, legati al mancato utilizzo dello strumento in oggetto, perché sottratto dall’ufficiale giudiziario.

La giurisprudenza, del resto, finora non ha mai affrontato il problema specifico e non risultano sentenze sul tema: ciò a conferma della sostanziale mancanza di utilità economica nel pignoramento telefono e del rischio di subire, anzi, l’accennata condanna al risarcimento verso il debitore.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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