CCT: cosa sono, differenza coi BOT e quando investire

Pubblicato il 12 Dicembre 2019 alle 19:06 Autore: Giovanni Frulio

Le obbligazioni CCT sono collegate ad un indice chiamato Euribor, espressione degli scambi monetari tra le banche principalmente della zona Euro.

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CCT: cosa sono, differenza coi BOT e quando investire

Si è già trattato dei titoli di stato a breve termine, i BOT, che hanno la particolare caratteristica di non prevedere le classiche cedole ed infatti sono anche definiti “titoli zero-coupon”. Pertanto è utile approfondire anche le obbligazioni di stato a tasso variabile, ovvero i CCT.

Di obbligazioni a tasso variabile ne esistono di tre tipi. Si distinguono quelle che variano in base al tasso di inflazione, ovvero i BTP, da quelle che variano seguendo un indice di riferimento al quale l’obbligazione è ancorata in modo diretto o indiretto. In questo secondo caso, infatti, la differenza tra un ancoraggio diretto o indiretto sta nel rendimento offerto: nella prima ipotesi è variabile in virtù dell’indice di riferimento e nella seconda ipotesi contiene anche una parte fissa. Un rendimento con una parte variabile ed una fissa è facilmente ritrovabile in quelle obbligazioni che abbiano una lunga scadenza. Questo è proprio il caso del CCT-EU. Una terza tipologia, infine, vede obbligazioni con rendimenti che in dipendenza dell’andamento del mercato, e quindi in base all’incontro tra la domanda e l’offerta, è il caso dei CCT.

Nel caso di obbligazioni legate all’inflazione o ad un indice di riferimento, si possono avere anche delle variazioni in conto capitale come avviene con i BTP, che possono appunto essere piazzati a sconto.

Che differenza tra CCT e CCT-EU

È il caso di chiarire subito che il CCT (Certificato di Credito del Tesoro), negli anni è stato affiancato dal CCT-EU ed ora in sostanza sostituito. Il CCT-EU adesso è collegato ad un indice chiamato Euribor e che sostanzialmente è espressione degli scambi monetari tra le banche principalmente della zona Euro ma non solo. L’Euribor (Euro Interbank Offered Rate) è un importante riferimento anche per il settore del real-estate in quanto utilizzato per definire i tassi di interesse dei contratti di mutuo, è possibile seguire l’andamento dei tassi entro una forbice che va dalla settimana all’anno.

Sono 23 le banche che contribuiscono  alla consistenza dell’indice: in Italia vi sono l’UniCredit, il gruppo Intesa Sanpaolo e la Monte dei Paschi di Siena. Nel resto d’Europa ne fanno parte, tra le altre, anche ING Bank, Barclays e Deutsche Bank.

CCT-EU, perché acquistarli

Quindi, per guadagnare con queste obbligazioni è importante sapere che i CCT hanno un rendimento direttamente proporzionale all’innalzamento dei tassi di interesse, anche in relazione ai titoli di Stato tedeschi. Può quindi essere utile tenere sotto controllo anche lo spread per capire l’andamento delle proprie obbligazioni.

Capirne la convenienza risulta comunque relativamente semplice, è sufficiente notare come ad oggi i CCT-EU con scadenza 2024 nella maggior parte dei casi sono venduti a poco più di 100 euro per poi essere scontati a 100 euro. Ciò significa che chi compra oggi questi CCT, alla scadenza otterrà un capitale inferiore a quello investito; ciò non è necessariamente da leggere come qualcosa di negativo in quanto è comunque una possibilità per proteggere il proprio capitale da svalutazioni che sarebbero anche più gravose. Se invece si considerano alcuni CCT-EU con scadenza 2025, si noterà che ad oggi sono venduti a circa 95-97 euro, pertanto alla scadenza si avrà un capitale maggiore di quello investito con un tasso di rendimento annuo vicino allo 0,9%.

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L'autore: Giovanni Frulio

Appassionato di management aziendale ed energetico, seguo attivamente la politica ed il mondo delle imprese e della finanza.
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