Ritratto della giovane in fiamme. Un commento sul film

Pubblicato il 19 Dicembre 2019 alle 18:24 Autore: Ignazio Rotolo

Ritratto della giovane in fiamme (Portrait de la jeune fille en feu) è un film francese del 2019, scritto e diretto da Cèline Sciamma

Ritratto della giovane in fiamme. Un commento sul film
Ritratto della giovane in fiamme. Un commento sul film

Ritratto della giovane in fiamme (Portrait de la jeune fille en feu) è un film francese del 2019, scritto e diretto da Cèline Sciamma (Tomboy; Bande de filles).
La pellicola -ufficialmente nei cinema dal 19 dicembre – ha trionfato a Cannes 2019 vincendo il Prix du scénario – premio per la Miglior sceneggiatura.

La regista e sceneggiatrice francese propone un film dalla visione e dallo sguardo totalmente femminista. Lo fa, però, in maniera assai delicata, prendendosi il giusto tempo, come l’asta d’incenso che brucia lentamente una volta accesa la fiamma. Ritratto della giovane in fiamme racconta una storia ambientata nel ‘700 retta unicamente da protagoniste femminili. Marginali sono le parti lasciate agli uomini, che assumono quasi le sembianze di ombre.

Ritratto della giovane in fiamme – trama del film

Héloïse è una giovane che si ritrova ingabbiata in una vita senza scelta. Per imposizione della madre (Valeria Golino), dovrà infatti sposare un aristocratico italiano, prendendo il posto della sorella che ha scelto di togliersi la vita. Per sancire il legame tra i due, la madre commissiona il ritratto della figlia a diversi pittori, i quali falliscono uno dopo l’altro vista l’indisposizione della donna a farsi ritrarre. L’arrivo di Marianne, giovane pittrice cui la contessa madre di Héloïse commissiona il lavoro – imponendole però di presentarsi come dama di compagnia – cambierà le cose.

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Héloïse e Marianne

Héloïse è una donna piena di rabbia, circondata dalla solitudine e immersa nella desolazione. Céline Sciamma fornisce accuratamente queste sensazioni allo spettatore, rendendo giustizia alla situazione vissuta dalla giovane: non conosce la musica, non ha mai conosciuto l’amore né altri al di fuori della propria famiglia e di coloro che hanno vissuto nella sua terra e non avrà mai modo di vivere a modo suo. Sposerà un uomo – un italiano –  che non conosce, perché la contessa sua madre ha deciso in questo modo.
Dall’altra parte c’è Marianne, il cui personaggio è creato per tributare tutte le artiste del ‘700 dimenticate e rese invisibili nel corso della storia.

La pittrice rappresenta per Héloïse quel mondo sconosciuto, fatto di amore, musica e tutte quelle esperienze che lei rimpiange di non aver vissuto. Anche nella semplice diversità degli abiti è possibile notare la diversa provenienza e il diverso vissuto, che comunque viene meno nel momento in cui il legame con la futura sposa prende forma. La scenografia, i costumi, la gestione di ambientazioni e la fotografia riescono in tal senso a calare lo spettatore nel contesto e nelle situazioni raccontate dalla Sciamma.

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Un gioco di sguardi e di attimi

Il rapporto tra le due si regge su un attento gioco di sguardi. Prima quello attento di Marianne, pittrice in cerca dell’immagine adatta per rappresentare il soggetto affidatole, poi quello di Héloïse curiosa e guardinga, vista anche la consapevolezza circa ciò che ufficializzerebbe il matrimonio con l’italiano. Gli sguardi s’intensificano, aumentano di durata e anche la distanza tra le due viene sempre meno, l’asticella d’incenso si consuma e l’amore esplode, tra passione e sentimento e paure.

L’assenza della madre di Héloïse fa sì che le due possano costruire un piccolo mondo esclusivamente loro, in cui l’unica eccezione è costituita da Sophie, domestica e amica. Il fugace amore ha modo di fiorire e il tempo sembra dilatarsi (non è infatti chiaro se la madre prolunghi l’assenza annunciata di cinque giorni). Man mano che il dipinto va formandosi, l’amore tra le due s’invigorisce, diventa reale, come l’autoritratto che la pittrice realizza nel libro di Héloïse.
Al ritorno della contessa, lo straziante soppresso addio tra le due, costrette alla formalità davanti alla madre. I loro sguardi non si incontreranno più, se non in un dipinto che Marianne troverà esposto, con un Héloïse intenta a indicare la pagina del libro in cui si trova l’autoritratto della donna da lei amata.

Ritratto della giovane in fiamme – tra identità sessuale e scoperta di sé.

Il film si profila come una storia sull’identità e libertà sessuale. La confusione che caratterizza le due donne, distruggendo persino la sicurezza ostentata da Marianne, è un perfetto esempio di come possa essere debilitante la confusione relativa a una nuova e diversa consapevolezza di sé e del sentimento verso gli altri.

Héloïse è per la pittrice la rinnovata scoperta di sé stessa, nonostante il proprio vissuto, mentre Marianne è per Héloïse la possibilità di provare quelle sensazioni ed emozioni che non aveva mai provato.

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L'autore: Ignazio Rotolo

Sono uno studente di Scienze della Comunicazione per i Media e le Istituzioni. Scrittura e cinema nascono come passioni che spero mi portino da qualche parte in futuro. Se sono qui è anche per questo. “Fai quello che ami e non lavorerai un solo giorno della tua vita”.
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