Economia globale 2019: situazione a dicembre e segnali da analizzare

Pubblicato il 19 Dicembre 2019 alle 18:38 Autore: Giovanni Frulio

Il 2019 volge al termine ed è momento di bilanci per l’economia globale, tra segnali di crescita e forti criticità ancora da risolvere.

Economia globale 2019: situazione a dicembre e segnali da analizzare
Economia globale 2019: situazione a dicembre e segnali da analizzare

Economia globale 2019: situazione a dicembre e segnali da analizzare

Il 2019 volge al termine ed è momento di bilanci anche e soprattutto per l’economia globale, tra segnali di crescita e forti criticità ancora da risolvere in vista di scenari futuri non certamente rassicuranti sotto molti aspetti. Nel complesso è il ruolo dell’innovazione ad essere al centro dei dibattiti non solo delle politiche economiche dei Paesi ma in ogni angolo della vita commerciale ed industriale del settore produttivo. Soprattutto nei Paesi in via di sviluppo dove, per alcune aree geografiche, si registra una crescita della produttività piuttosto debole e che non lascia ampie prospettive. Questo è quanto emerge dal prospetto sull’economia mondiale presentato dalle Nazioni Unite.

La situazione e l’analisi dell’economia globale al 2019

Guardando proprio agli indici di innovazione, scopriamo che è l’Africa ad avere registrato le performance peggiori in termini di crescita dell’innovazione e della produttività. Il continente è poi seguito dalle vaste aree geografiche dell’Asia del Sud e dall’America Latina. Le regioni in via di sviluppo con l’indice più alto sono invece i Paesi più ad est e più ad ovest del continente asiatico. In ciascuna di queste aree citate, a distinguersi in meglio sono state nazioni come il Sud Africa, il Marocco, il Cile ed il Costa Rica, l’India e lo Sri Lanka, la Turchia e Singapore.

Un rapporto interessante ed anche necessario a capire il perché di questi risultati, nell’analisi dell’economia globale, è quello tra la complessità delle economie analizzate e la spesa in Ricerca e Sviluppo in percentuale al prodotto interno lordo. Infatti questo rapporto contrappone Paesi come Singapore e Cina, dove la complessità dell’economia è ampia e sono ingenti gli investimenti in ricerca e sviluppo, a Paesi con un rapporto decisamente inferiore come molti stati africani quali Madagascar, Ghana e Mali. Nei primi accade che la forte innovazione e le capacità tecnologiche hanno funzionato come un motore che ha trainato la crescita e lo sviluppo.

La situazione in Asia e Nord America

Spostando l’analisi sui Paesi con economie sviluppate, emerge che in Nord America sono le disuguaglianze ad ostacolare il processo di crescita. Ciò lo si è misurato sul decremento della produzione nel settore dell’automobile ma soprattutto andando a rilevare gli scostamenti dei redditi al netto delle imposte. Altro paio di maniche per il Giappone che deve fare i conti con la carenza di manodopera ed un tasso di disoccupazione al 2,2%. In molti settori, infatti, in Giappone vi è una grave carenza di personale che ha reso indispensabile l’adozione di misure per favorire l’immigrazione di manodopera semi-specializzata. Uno dei settori più colpiti dalla mancanza di forza lavoro è l’assistenza medica che rischia di rappresentare un problema anche maggiore in futuro a seguito dell’aumento della longevità della popolazione.

In Europa, focus sull’ambiente

In Europa il focus è, invece, sull’ambiente e sulla proprietà intellettuale. Da una parte vi è l’interesse ambientale che ha aperto ad un vero e proprio nuovo settore dell’economia globale che sta spingendo ingenti capitali e sta creando posti di lavoro, dall’altra vi è la proprietà intellettuale da tutelare e proteggere dagli attacchi esterni. A causa di ciò, quindi, sono notevoli gli sforzi politici ed economici che alimentano tensioni commerciali globali che generano barriere di ingresso spesso senza ottenere i risultati sperati. Questo perché si è ancora alla ricerca di un quadro politico integrato in un contesto come quello europeo la cui solidità è messa a dura prova anche dai recenti sviluppi in materia di Brexit.

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L'autore: Giovanni Frulio

Appassionato di management aziendale ed energetico, seguo attivamente la politica ed il mondo delle imprese e della finanza.
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