Partiti e sondaggi ad Atene. Ma l’esito sembra incerto

Pubblicato il 5 Maggio 2012 alle 13:36 Autore: EaST Journal

La destra

A destra c’è l’Adunata Popolare Ortodossa (Laos), di Yiorgos Karatzaferis. Si tratta di un partito ultraconservatore, con derive antisemite e ispirato al nazionalismo ellenico. A) 5,6% B) 4% C) 5%

Il Partito dei greci indipendenti (An.El), anch’essi di destra radicale, guidati da Panos Kammenos, fanno proprie le istanze dell’anti-austerità. Kammenos, già membro di Nea Demokratia da cui fu espulso, ritiene che la Grecia sia vittima di “un complotto internazionale” teso a “limitarne la sovranità” nazionale al solo fine di “favorire le speculazioni finanziarie”. A) – B) 11% C) 11%

Tra i partiti ultraradicali c’è da tenere d’occhio la formazione neonazista Alba Dorata che sembra raccogliere sempre più consensi, si tratta però di rumors poiché la compagine, snobbata dai sondaggisti, sembra piacere molto ai greci che nel segreto delle urne diranno quello che a voce forse non osano.

La selva dei partitini

Un segno del clima che si respira in Grecia sono i nomi, assurdi e fantasiosi, di alcuni partiti minori a chiara vocazione populista: il “Movimento non posso pagare, non voglio pagare”, la”Cooperazione anticapitalista di sinistra per il rovesciamento” e (bellissimo) il cartello di partiti microscopici dal nome: “Rinnovare la Sinistra Indipendente, Rinnovare la Destra, Rinnovare il Pasok, Rinnovare Nea Dimocratia, No alla Guerra, Partito dell’Azione: dò via la terra, dò via i debiti, Salvate le Vite”.

Quale esito?

Le possibilità sono sostanzialmente due. Che i due partiti di maggioranza, il Pasok e Nea Democratia, si uniscano in una “grosse koalition” alla greca e portino avanti le misure di austerità fin qui elaborate. Un governo in segno della continuità e del rispetto delgli accordi e delle clausole internazionali. Oppure che una delle due parti, di destra o di sinistra, si allei con i partiti radicali della sua area politica divenedone però ostaggio e, di fatto, formando un governo instabile.

C’è anche una terza possibilità, ovvero che si affermi un partito considerato outsider che possa esso stesso mettersi a capo di un esecutivo tutto da immaginare. Questa possibilità sembra però assai lontana dalla realtà. Ciò che realmente manca in Grecia è un’alternativa: da un lato ci sono i partiti di sempre, dall’altra formazioni estremiste, retaggio di ideologie superate e novecentesche. Nulla di nuovo. Pare che dopo le elezioni anche il premier uscente, il “tecnico” Papademos, fonderà un proprio partito perché, a suo dire, c’è bisogno di lui in Grecia. E lui ben poco ha potuto fare in questi mesi, “vittima” -sempre a suo dire- dei partiti di maggioranza. Un’ispirazione per il nostro Mario Monti?

Da EastJournal

di Matteo Zola

L'autore: EaST Journal

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