TP racconta il No B Day a Roma e Londra

Pubblicato il 7 Dicembre 2009 alle 00:36 Autore: Redazione

Prima dell’arrivo del corteo, era facile incrociare Diliberto mentre passeggiava fumando il sigaro presso lo stand della “porchetta comunista”; o vedere il neosegretario dei Verdi, Bonelli, aggirarsi pensieroso; e Di Pietro, che arriva praticamente in testa ad una sorta di falange romana di sfondamento, composta da buona parte dello stato maggiore dell’Idv (incluso Barbato, prossimo suo sfidante al congresso di febbraio). Ma per i politici non c’era molto spazio, nemmeno sul palco. A parlare sono stati soprattutto gli organizzatori, giovani e meno giovani, con il supporto video di chi non poteva essere presente (Margherita Hack, Giorgio Bocca), il monologo satirico d’apertura di Ascanio Celestini, e poi Dario Fo e Franca Rame, e Moni Ovadia, l’appassionato quanto duro discorso di Salvatore Borsellino e la testimonianza di Antonio Tabucchi. Una piazza in cui c’erano tutto sommato (e forse per fortuna) pochi politici, ma molta politica. Perché il No B Day ha ottenuto un enorme risultato, che è difficile da comprendere immediatamente dopo l’evento, ma che emergerà sempre più nel corso degli anni: e cioè che è possibile, e da ieri questo è un dato incontestabile, organizzare manifestazioni di centinaia di migliaia di persone esclusivamente attraverso la Rete, e senza che l’iniziativa parta o venga fatta propria da partiti politici più o meno di massa.

Ore 17,30: finalmente arrivano le prime file dell’enorme corteo

Il Corteo

di Emanuele Rallo

Quando arriviamo, intorno alle 13, Piazza della Repubblica è già una bolgia. Gli organizzatori del No B Day occupano tutta la parte antistante all’uscita della metropolitana. Tante ragazze e tanti ragazzi, come non se ne vedevano da tempo. Una piazza giovane, leggera, ironica, molto contemporanea. Al centro le associazioni, Libera, Articolo 21, e appena dietro, nell’altra metà della piazza, la cospicua presenza dell’Idv e della neonata Federazione della Sinistra, con bandiere di Rifondazione svolazzanti nella tiepida aria romana. La famosa corsa a mettere il cappello sulla manifestazione non pare essere andata a buon fine, dato che gli organizzatori hanno lasciato i due partiti più scalpitanti abbastanza indietro, nella seconda metà del corteo. Passiamo oltre. Individuiamo militanti sparsi di SeL e perfino un drappello di Verdi. Finalmente, davanti alla Chiesa di Santa Maria degli Angeli, troviamo il gruppo del PD che lasciando da parte le polemiche ha comunque deciso di manifestare. Ci sono numerosissimi esponenti della ex Mozione Marino: i Consiglieri Regionali Carapella e Pineschi, i Vicecapogruppo Calipari e Casson, Anna Paola Concia, Ignazio Marino in persona e il Vicepresidente Ivan Scalfarotto, che se da una parte ci conferma la presenza convinta di tanto PD dall’altra rileva la persistenza di “un problema con la contemporaneità e con la lettura dei tempi in cui viviamo, nonché di un ritardo di almeno dieci anni nei confronti degli Stati Uniti”.

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