TP racconta il No B Day a Roma e Londra

Pubblicato il 7 Dicembre 2009 alle 00:36 Autore: Redazione

Sempre a Scalfarotto domandiamo come il PD si sia mosso nei confronti degli organizzatori: il Vicepresidente ci dice che in molti si sono messi a disposizione, anche dando una mano direttamente nella struttura, e infatti ci indica Cristiana Alicata in divisa, poco lontano da noi. Raggiungiamo Cristiana che ci spiega che lei e altri si sono spontaneamente prestati a dare una mano come servizio d’ordine, e che i contatti con gli organizzatori sono continui tant’è che passata la manifestazione ci si metterà tutti a discutere per trovare il modo di far proseguire l’esperienza di oggi. Cristiana riconosce che le omissioni del PD hanno permesso all’IDV e a altri di infilarsi nelle difficoltà interne del partito, però è contenta della scelta di limitare la presenza delle bandiere perché è convinta che in questo modo si sia reso un servizio migliore agli organizzatori. Arrivano uno dopo l’altro anche Luca Iozzino con lo striscione del circolo di Trastevere, Giovanna Melandri, da più parti indicata come la probabile candidata del PD per il Lazio, la Presidente Rosy Bindi che dichiara “il partito è soddisfatto dello svolgimento della giornata e della presenza di tante persone ancora capaci di reagire”; e infine addirittura Dario Franceschini scortato da Touadì. Franceschini e Marino resteranno per diversi minuti in testa alla delegazione del PD parlando fittamente. Ennesimo segnale del progressivo avvicinamento tra le due minoranze interne. Finalmente, dopo un’ora e mezza di attesa, si parte. L’enorme afflusso di persone costringerà il corteo a procedere lentissimamente, a dividersi su strade secondarie, a fare frequenti pause. La coda estrema del corteo, composta dal Partito Comunista dei Lavoratori, raggiungerà San Giovanni solo dopo le 18 passate.

Ore 18,00: a 500 metri da Piazza San Giovanni, la terza ed ultima tranche del corteo deve ancora arrivare

Londra

di Gianluca Borrelli

La manifestazione “No Berlusconi Day” come sapete si è svolta non solo in Italia ma anche in molte città del mondo. Londra non ha fatto eccezione ed ha visto un nutrito gruppo di italiani all’estero (o cervelli in fuga se preferite) presenziare a questo evento. Malgrado il tempo inclemente erano presenti costantemente circa 400 persone, e tra chi andava e chi veniva credo che si siano viste 5-600 persone circa, che per una città straniera non sono affatto male. Non so che numeri girino, viste le onnipresenti polemiche su questo dato, ma vi posso assicurare che questi erano, ne piu’ ne meno. Io ero tra loro ed ho preso anche io la mia bella dose di pioggia e freddo. A differenza di altre città purtroppo la manifestazione ha dovuto chiudere i battenti prima, ovvero verso le 5 del pomeriggio a causa di una richiesta della polizia (i famosi “bobbies” londinesi). Questo ha stravolto non poco la scaletta, ma malgrado questo problema e malgrado una pioggia incessante si puo’ dire che la manifestazione sia stata un successo, strabordando rispetto allo spazio concesso (probabile ragione dell’altolà dei bobbies). Guardando l’organizzazione ciò che ho potuto notare è stata una certa spontaneità e genuinità degli organizzatori. Si vedeva chiaramente che non provenivano da apparati organizzati o partitici e che probabilmente fino a qualche giorno fa non avrebbero nemmeno immaginato di riuscire ad organizzare un evento del genere. Spinti solo dalla passione per la politica ed una certa diffidenza verso i partiti si sono fatti protagonisti della propria espressione politica senza delegare ad alcuno, per una volta, l’espressione del loro dissenso verso l’attuale premier, l’attuale governo e con parole tutt’altro che tenere verso l’attuale opposizione. Le figure di riferimento erano Falcone, Borsellino, Pertini e non certo i Nicchi o gli Spatuzza o i Mangano, che sembrano interessare di più qualcun altro piuttosto che i ragazzi del “No Berlusconi Day”. La sensazione che ho provato confrontando il dibattito politico conseguente con la manifestazione alla quale ero presente è di distacco molto netto tra le 2 realtà. Sembrano due mondi diversi che parlano l’uno dell’altro senza conoscersi e senza capirsi, e se questo è abbastanza normale per un gruppo di giovani, pieni di entusiasmo e di valori civili e morali, è alquanto incomprensibile da parte di una classe politica che di mestiere dovrebbe fare proprio quello, ovvero capire i desideri, i valori, i bisogni e le aspirazioni dei cittadini.

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