Spartizione ereditaria tra fratelli e sorelle, come escluderli?

Pubblicato il 7 Gennaio 2020 alle 14:04 Autore: Claudio Garau

Spartizione ereditaria tra fratelli e sorelle: che cosa dice la legge in merito alla possibilità di escluderli? si può fare?

Spartizione ereditaria tra fratelli e sorelle, come escluderli?

Si sa, non sempre i rapporti tra parenti sono idilliaci e, talvolta, possono radicarsi ruggini assai durature nel tempo, tanto da avere conseguenze anche in materia di spartizione ereditaria. In particolare, di seguito affrontiamo una questione certamente diffusa: è possibile escludere un fratello o una sorella dalla spartizione ereditaria? Vediamolo.

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Spartizione ereditaria e quote ai fratelli e sorelle: una questione concreta

Abbiamo appena ricordato come la questione della quota di eredità da versarsi, o meno, anche nei confronti del fratello o sorella con cui si è in pessimi rapporti, è assolutamente concreta e diffusa. Tanto che il Codice Civile non manca di fornire una chiara risposta, tra i suoi articoli. In generale, la legge afferma che una porzione del patrimonio del defunto, deve essere indirizzata ai suoi familiari più stretti: tale norma è rimasta finora intatta e non modificata, sin dal 1942, ovvero l’anno di promulgazione del testo.

Ma, per capire se è effettivamente possibile escludere fratelli o sorelle dalla spartizione ereditaria, è necessario tener conto di due elementi:

  • verificare se i fratelli o sorelle debbono ritenersi o meno “legittimari”, ovvero soggetti rientranti in quell’elenco di parenti cui va sempre attribuita una quota di eredità;
  • la presenza o meno di un testamento, da parte del defunto o de cuius;

Vediamo di seguito la rilevanza fondamentale di quest’ultimo elemento.

Il valore decisivo del testamento

Secondo il Codice Civile, laddove il defunto non lasci testamento – ovvero l’atto con cui il soggetto dispone del suo patrimonio per il tempo in cui avrà cessato di vivere – i suoi averi saranno divisi tra vedovo/a e figli, se presenti. Infatti, quest’ultimi sono i soli eredi legittimari, cui la legge riserva sempre una quota di eredità.

In altre parole, nelle circostanze appena menzionate nessun fratello o sorella può sostenere un presunto diritto ad avere una quota ereditaria: è la norma civilistica che esclude a priori la possibilità. Tuttavia, non sarà possibile escludere fratelli o sorelle dall’eredità, nel caso in cui non sia fatto testamento e non vi siano figli o coniuge: infatti, in queste circostanze essi diventano eredi in via automatica.

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In verità però c’è un altro modo per aver certezza di escludere un fratello o una sorella dalla spartizione ereditaria, poiché ritenuti immeritevoli di ricevere una porzione del patrimonio: redigere un testamento senza menzionarli. Ciò infatti equivale a non riconoscere loro nessuna quota ereditaria (ma lo stesso non può dirsi per coniuge e figli che, in quanto legittimari, hanno sempre diritto alla loro quota).

Insomma, indipendentemente dal fatto che sussista un marito, una moglie o della prole, per togliere la quota di eredità al fratello, è sufficiente scrivere testamento, e non menzionare il fratello (o la sorella) tra i destinatari delle quote di patrimonio. È da rimarcare che non serve la dichiarazione esplicita di esclusione (ovvero non serve diseredarli formalmente), bensì è sufficiente non considerarli nel testamento. Pertanto, il lascito di chi non ha tra gli eredi coniuge e figli, potrà essere indirizzato liberamente ad altro soggetto, e nulla potranno far valere fratelli o sorelle, in quanto non sono per legge eredi legittimati.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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