Debiti ereditari: prescrizione, chi paga e rinuncia all’eredità. I casi

Pubblicato il 21 Febbraio 2019 alle 12:30 Autore: Claudio Garau

Che cosa sono i debiti ereditari e chi sono i soggetti tenuti a saldarli. Quali regole in tema di prescrizione sono previste.

Debiti ereditari, prescrizione, chi paga e rinuncia all'eredità. I casi
Debiti ereditari: prescrizione, chi paga e rinuncia all’eredità. I casi

Secondo la normativa italiana, non basta essere eredi potenziali (ed essere quindi figli, fratelli o comunque parenti prossimi) per dover sostenere i debiti lasciati dal defunto. Vediamo di seguito come la legge risolve la questione del pagamento dei debiti ereditari.

Debiti ereditari: cosa sono e alcuni esempi di essi

Dare un definizione di debiti ereditari non è difficile: si tratta di tutti quelle obbligazioni ancora pendenti e quindi non pagate dal defunto debitore. Come è intuibile, tali debiti comprendono sia capitale che interessi. Compreso di che cosa si tratta, vediamo qualche esempio di debito ereditario. Tra essi, a titolo puramente esemplificativo, ricordiamo le rate del mutuo dovuto alla banca; le spese condominiali; il bollo auto; le cartelle esattoriali. Vediamo quindi come la legge, in svariate ipotesi, consente che l’obbligazione permanga e si trasferisca in capo agli eredi. Ecco come.

Debiti ereditari: il fattore dell’accettazione dell’eredità

Dicevamo che non basta essere potenziali eredi per essere poi obbligati a sostenere i debiti del defunto. Occorre l’elemento ulteriore dell’accettazione dell’eredità. Essa comporta che chi accetta l’eredità, deve anche saldare eventuali debiti del defunto. La legge consente ben dieci anni di tempo per valutare se accettare o no. Ciò salvo il caso in cui l’erede sia già in possesso del patrimonio del de cuius. In tali circostanze, per legge l’erede avrà tempi molto più stretti: entro tre mesi dovrà fare l’inventario dei beni in proprio possesso e nei successivi quaranta giorni dovrà dichiarare se accettare o no l’eredità.

L’accettazione dell’eredità, se da un parte consente di entrare in possesso di quanto meno una parte dei beni del defunto, dall’altra obbliga l’erede a fronteggiare i correlati debiti, essendone responsabile con tutto il suo patrimonio. La legge però, allo stesso tempo, prevede una forma di garanzia per l’erede: egli non potrà che essere obbligato soltanto per il valore della propria quota (a meno che il testamento non disponga diversamente).

Ben diverse le conseguenze in caso di rinuncia all’eredità. Essa consiste nella dichiarazione di non voler accettare il patrimonio lasciato dal defunto (con testamento o senza). In queste circostanze, chi rinuncia non è costretto a saldare alcun debito ereditario, pur avendo comunque diritto alla pensione di reversibilità. È chiaro che se un potenziale erede venisse a scoprire che il defunto ha lasciato anche una grossa mole di debiti, potrebbe essere molto scettico circa un’accettazione dell’eredità.

Debiti ereditari: qual è la prescrizione

Proprio come tutti i debiti ordinari, i debiti ereditari seguono le stesse regole circa la prescrizione. Ciò significa che non vale un solo termine di prescrizione, bensì esso è variabile in base alla natura e al tipo di debito da saldare. Facendo qualche rapido esempio, in tre anni è prescritto il debito relativo al bollo auto; dieci anni per le obbligazioni contrattuali e cinque per le bollette; le imposte dovute allo Stato sono prescritte in dieci anni.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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