Sondaggi politici TP, sovrappopolazione è un problema per quasi 2 italiani su 3

Sondaggi politici TP, sovrappopolazione è un problema per quasi 2 italiani su 3
Bentornati con il nostro consueto sondaggio del venerdì, in cui parliamo dei principali temi di attualità politica nazionale e internazionale. Oggi cominciamo dai numeri, precisamente delle persone nel mondo (sovrappopolazione) e nelle città (overtourism). Poi, focus sul concerto di Gergiev alla Reggia di Caserta, annullato per ragioni politiche, e caso Sala a Milano: dimissioni o no? Cominciamo.
Sondaggi TP, sovrappopolazione un problema reale per quasi due italiani su tre
Una domanda che ritorna spesso: siamo troppi sulla Terra? Per il campione, sì, c’è una situazione reale di sovrappopolazione. La maggior parte, il 44,1% dei rispondenti, crede che “Sì, ma solo in alcune aree, non in Italia ed Europa, ma, per esempio, in Africa e Asia, dove la natalità dovrebbe cominciare a scendere”. C’è anche un 19,6% che afferma di “Sì, siamo più di 8 miliardi e stiamo ancora crescendo, non ci sono risorse per tutti”. Nel complesso, quindi, oltre il 63% del campione ritiene che ci sia una condizione di sovrappopolazione. Se parametrato escludendo chi non ha una opinione al riguardo, vi convergono ben 2 italiani su 3.
Dall’altro lato, con percentuali più basse (1 persona su 3 che si espone sul tema, afferma che “No, è un falso mito, le risorse alimentari sono cresciute più della popolazione, infatti sempre più persone escono dalla povertà e dalla malnutrizione”. Questa opzione è scelta dal 13,7% del campione. Poi, c’è chi è dell’opinione che ·per nulla, anzi, nei prossimi decenni c’è il rischio di un calo della natalità e della popolazione che sarà molto dannoso per tutte le società”. Risposta, questa, scelta dal 15,8%.
Sono in molti (6,8%) a non sapere o non rispondere.
Dal mondo sovrappopolato alle città affollate: l’overtourism in Italia è un problema?
Se per 2 italiani su 3 siamo troppi nel mondo, c’è maggior divisione su quanti siano i turisti nel Belpaese. L’opinione dominante è che, in realtà l’Italia non abbia un problema di “troppo turismo” (overtourism). Per il 37,3% “ci sono dei costi, ma i benefici sono di più, il turismo porta posti di lavoro e redditi, soprattutto in aree senza altre risorse”. Per un altro 17,6% è un rotondo “No, anzi, in altri Paesi meno attrattivi del nostro i turisti sono ancora di più, il turismo in Italia è poco, va incentivato ed aumentato”.
Dall’altro lato, poco meno di un rispondente su cinque (19%) sostiene che “Sì, in molte aree il turismo senza controllo sta facendo danni, alzando i prezzi e rendendo più difficile trovare un alloggio. Va fatto diminuire”. E ancora, per il 23,8%, c’è troppo turismo solo “in parte, perlomeno in alcune città d’arte, ma è inevitabile, non possiamo bloccarlo, ma provare a indirizzarlo verso altre mete meno affollate”
Andando a sommare le risposte, una maggioranza di italiani crede che non sia un problema o che, per lo meno, questo porti più benefici che svantaggi.

Cultura e politica: un terreno di scontro. E nel caso Gergiev, maggioranza italiani critica l’annullamento del concerto
Passiamo a un argomento che connette cultura e politica. Abbiamo chiesto se sia stato giusto annullare il concerto del direttore d’orchestra Gergiev (nella splendida reggia di Caserta), ritenuto troppo vicino a Putin. Qui c’è una maggioranza sostenuta di contrari all’annullamento del concerto. Infatti, per il 37,4% (risposta più frequente) “si tratta di russofobia, una forma di persecuzione ingiusta e ipocrita da parte dell’Occidente verso tutto ciò che è russo”. A seguire, un italiano su quattro (25,3%) afferma che “è giusto contrastare Putin e sanzionare la Russia, ma artisti e sportivi andrebbero esclusi da questi provvedimenti”.
Dal lato di chi appoggia il pressing per annullare il concerto di Gergiev, c’è il 18,4% del campione per cui “non si tratta solo di sanzionare la Russia, ma in particolare una persona che più volte ha mostrato il proprio sostegno al regime di Putin”. Segue, con il 15,7%, una risposta simile (ma con una differenza): “Sì, è giusto, ma lo stesso trattamento andrebbe riservato agli artisti israeliani, soprattutto se non hanno preso le distanze dagli atti di Netanyahu”.
Sondaggi politici Milano, Sala deve dimettersi? Italiani divisi
E prima delle intenzioni di voto passiamo al caso giudiziario-politico del mese (se non dell’anno): l’indagine sull’urbanistica a Milano e l’avviso di garanzia per il sindaco Sala. Abbiamo chiesto ai nostri lettori se, a loro avviso, il primo cittadino sostenuto dal centro-sinistra Giuseppe Sala dovrebbe dimettersi.
Il campione si divide quasi a metà, con una leggera maggioranza che si mostra contraria alle dimissioni (49% vs 46,2%).
Per il 39,3% “a prescindere dal merito della questione, un avviso di garanzia non può essere una dichiarazione di colpevolezza”. Dall’altra parte, per il 29,5% deve dimettersi perché “in quanto primo cittadino è il responsabile politico di questa stagione di abusi, irregolarità e probabilmente corruzione che Milano ha vissuto”.
Le risposte minoritarie, poi affermano che “Sì, non è detto che sia colpevole, ma per consentire a Milano di funzionare è meglio che a governare sia un sindaco non indagato” (16,7%). Infine, per il 9,7% “No, le indagini e il polverone intorno sono esagerati, Milano ha vissuto una stagione di crescita e rinnovamento, il cui merito è anche di Sala”.
Sondaggi politici elettorali TP, intenzioni di voto 25 luglio 2025 e fiducia in Giorgia Meloni
Chiudiamo, al solito, con intenzioni di voto e fiducia nella premier Meloni. FdI tocca un nuovo minimo (29%) mentre cala anche il PD (22,1%, in discesa di due decimi come il primo partito italiano). Stabile il M5S al 12,5%, si segnala il leggero calo sia di AVS che di Azione (entrambe di un decimo). Per Calenda si tratta dell’ennesimo passetto indietro rispetto alla soglia di sbarramento (3%). Aumenta in maniera sensibile il dato degli altri partiti qui non sondati direttamente, che passa dall’1,7 al 2,2% (+0,5%).
Per Meloni, primo rimbalzo positivo abbastanza marcato, che passa dal 36,2% di fiducia al 37,4%. Rimane molto alto il dato di chi non ha la minima fiducia nella premier: oltre uno su due (52,5%). QUI, il sondaggio della scorsa settimana
Nota metodologica: sondaggio realizzato con metodo CAWI, 2.700 interviste raccolte tra il 22 e il 24 luglio 2025
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