Regime Forfettario 2020: i 5 punti che cambiano nel 2020

Pubblicato il 16 Gennaio 2020 alle 11:04 Autore: Daniele Sforza

Quali sono le principali novità del regime forfettario 2020? Andiamo a riassumerle in 5 punti chiave, facendo il punto della situazione.

Regime forfettario 2020 5 punti
Regime Forfettario 2020: i 5 punti che cambiano nel 2020

Chi decide di aprire una partita Iva quest’anno e aderire quindi al regime forfettario 2020 (se percepisce redditi annui sotto i 65 mila euro) troverà un impianto leggermente modificato rispetto allo scorso anno. Anche le promesse ascoltate diversi mesi fa sono ormai crollate e quindi pensiamo possa essere utile fare il punto della situazione sul regime forfettario 2020, considerando soprattutto cosa è cambiato rispetto allo scorso anno e quali sono le principali novità di quest’anno. Andiamo quindi a riassumerle in 5 punti chiave.

Regime forfettario 2020: il cumulo con i redditi da lavoro

Tra le novità più importanti introdotte nel regime forfettario 2019 vi era la possibilità di aprire una partita Iva fruendo dell’imposizione agevolata al 15% (o al 5% in caso di startup), ovviamente previo rispetto dei requisiti richiesti, senza fare troppi calcoli con il reddito da lavoro dipendente (o da pensione). Il limite degli altri redditi percepiti, in breve, non inficiava sulla possibilità di aderire al regime forfettario, ovviamente più agevolato rispetto a quello ordinario per i lavoratori con partita Iva. Quest’anno, però, è stato reintrodotto questo limite: chi percepisce redditi da lavoro dipendente o assimilati (vedi pensione) per un importo che supera 30 mila euro all’anno, non potrà più rientrare nel regime forfettario.

Regime forfettario 2020: nuovo limite al costo dei dipendenti

Tra le novità dello scorso anno spiccava anche l’abolizione al limite del costo del lavoro. Sostanzialmente, non si doveva più far fronte al tetto dei 5 mila euro in spese per collaboratori e dipendenti. Quest’anno il limite è tornato, ma rinnovato in misura proporzionale alla nuova soglia di reddito annuo (65 mila euro). Così nel 2020, se si vuole restare nel regime forfettario, non si dovranno spendere più di 20 mila euro per lavoro accessorio, collaboratori e dipendenti.

Non ci sarà l’aliquota al 20% per chi guadagna fino a 100 mila euro l’anno

È stata chiamata spesso flat tax, anche se proprio flat tax non era, visto che l’intero impianto prevedeva un’aliquota doppia (con tanto di Irpef ordinaria se si sconfinava da certe soglie). Eppure fino a poco tempo era previsto per il 2020 un’aliquota del 20% (e non più del 15%) per chi guadagnava un compenso annuo compreso tra 65 mila e 100 mila euro all’anno. La misura è stata immediatamente bloccata dal nuovo governo e non è prevista neppure nel prossimo futuro.

La fattura elettronica

Non c’è ancora l’obbligo di emettere fattura elettronica, come era stato originariamente preventivato. La Legge di Bilancio ha però introdotto un regime premiale per chi opta per la fatturazione elettronica: si tratta della riduzione di 1 anno per gli eventuali controlli dell’Agenzia delle Entrate. Sostanzialmente, invece di 5 anni, l’AdE avrà 4 anni di tempo per avviare un controllo: il conteggio degli anni parte da quello successivo alla dichiarazione dei redditi di riferimento.

Regime forfettario 2020: detrazioni e deduzioni

Uno degli aspetti che rende il regime forfettario non molto conveniente è l’assoluta mancanza di deduzioni e detrazioni, che può essere compensato solo se si percepiscono altri redditi soggetti all’Irpef. La novità del 2020 è che il reddito tassato con il regime forfettario contribuisce a determinare il reddito complessivo, ovvero quel dato necessario al fine di ottenere eventuali detrazioni, deduzioni e agevolazioni fiscali e non solo.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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