Scrivere sulle banconote in contanti: quando è legale?

Pubblicato il 22 Gennaio 2020 alle 16:22 Autore: Claudio Garau

Scrivere sulle banconote: è considerata valida la cartamoneta su cui sono riportate scritte, scarabocchi o pensieri di vario tipo? cosa rischia l’autore?

Scrivere sulle banconote in contanti quando è legale
Scrivere sulle banconote in contanti: quando è legale?

A tutti sarà capitato, almeno una volta nella vita, di maneggiare banconote che, oltre alle tipiche caratteristiche, riportano anche scritte come appunti, scarabocchi e pensieri di ogni tipo. Ebbene, di seguito cerchiamo di capire che cosa dice la legge in merito, ovvero se è legale scrivere sulle banconote e se una banconota scarabocchiata è valida e quindi può essere usata per le transazioni commerciali proprio come una banconota “pulita”. Sgomberiamo i dubbi.

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Banconote con scritte: sono valide o no?

In verità, una risposta concreta circa la validità o meno di banconote su cui qualche buontempone ha deciso di apporre scritte ironiche o decorazioni varie ai volti che compaiono in esse, è stata data diversi anni fa non da un autorità nazionale, ma dalla BCE, ovvero la Banca Centrale Europea. Infatti, in una circolare relativa all’utilizzo delle banconote in euro, ha sancito che tutte le banche sono tenute a sostituire o cambiare le banconote pasticciate o scarabocchiate, ma soltanto se ricorrono due condizioni specifiche:

  • chi le detiene è un soggetto in buona fede, ovvero è dimostrato o non dimostrabile che non sia proprio lui l’autore degli scarabocchi;
  • gli scarabocchi, disegni o scritte debbono essere di ridotte dimensioni rispetto all’intera superficie della banconota;

Ciò che preme rilevare è che ogni banca, in base alle indicazioni nella circolare del suddetto organo comunitario, è chiamata a svolgere – di volta in volta – una valutazione assolutamente discrezionale, ben potendo optare anche per la differente opzione di ritirare le banconote ritenute gravemente danneggiate, senza corrispondere il relativo valore a colui che materialmente le consegna.

In base a quanto appena ricordato, è chiaro che al momento del pagamento per una certa prestazione o servizio, il creditore ha tutto il diritto di non accettare banconote scarabocchiate o che riportano tratti indelebili a penna, e di non modeste dimensioni: il rischio infatti che quel denaro sia ritenuto in seguito “carta straccia” è infatti concreto.

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Cosa rischia l’autore delle scritte su cartamoneta?

Adesso spostiamoci al punto di vista dell’autore delle scritte: molto spesso chi decide, magari per spirito goliardico, di immettere qualche segno a penna sulle banconote, non ricorda o finge di non ricordare che la cartamoneta è e resta essenziale per le transazioni economiche: quindi, pasticciare una banconota che si possiede, non appare una scelta “intelligente”, atteso che – ovviamente – anche una sola banconota costituisce almeno una parte del proprio patrimonio. Riempirla di scritte come se fosse un personale quaderno di appunti appare insomma una scelta poco azzeccata. Ma, da un punto di vista prettamente legale, ci sono rischi per l’autore?

Ebbene, sgomberiamo il campo dai dubbi: potrà sorprendere più d’uno, ma al momento non sussiste alcuna norma di legge che punisce l’autore di scritte, scarabocchi o disegni sulle banconote. In altre parole, non essendo formalmente vietato, è allora ammesso dalla legge e chi scrive su cartamonete non rischia nessuna multa. Al limite, l’unica conseguenza negativa sarebbe il rifiuto, da parte dell’istituto di credito, di sostituire la banconota con altro denaro assolutamente pulito (laddove sia acclarata la “malafede” del soggetto). Quanto appena detto vale in via generale, ma esistono delle eccezioni. Quali sono?

Bisogna prestare cautela a che cosa si scrive, dato che la legge, invece, punisce chi nelle scritte indica dati o informazioni personali di terze persone, o addirittura frasi che offendano altri soggetti e ne danneggino – diffamandoli – onore e decoro. In questi casi, scatta la responsabilità penale, come anche nel caso in cui le scritte riportate sulle banconote abbiano riferimenti di natura razzista o in qualche modo inneggino al fascismo o nazismo. È tuttavia ammesso, anche in queste circostanze, che la banconota da cui scaturisce il reato, possa essere sostituita con denaro, da parte della banca, a patto però che la scritta sia di ridotte dimensioni e il possessore non sia il materiale autore della scritta penalmente rilevante.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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