Sistema contributivo o misto: differenza e qual è meglio possedere

Pubblicato il 30 Gennaio 2020 alle 11:52 Autore: Guglielmo Sano

Sistema contributivo o misto: Ia previdenza italiana è argomento complesso, per questo si trova pressoché sempre al centro del dibattito politico

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Sistema contributivo o misto: differenza e qual è meglio possedere

Sistema contributivo o misto: Ia previdenza italiana è argomento molto complesso, per questo motivo si trova pressoché sempre al centro del dibattito politico. Tra i vari argomenti che alimentano la discussione il metodo di calcolo della pensione: principalmente ne esistono due tipi.

Sistema contributivo e retributivo: di cosa si tratta?

Il metodo contributivo, semplificando molto, si basa sui contributi versati dal lavoratore al fine di maturare il diritto alla pensione. Nello specifico, per effettuare il calcolo attraverso il sistema contributivo è necessario individuare la retribuzione annua dei lavoratori dipendenti o, nel caso dei lavoratori autonomi, il reddito annuo. Quindi, ogni anno, si dovranno a calcolare i contributi sulla base di una determinata aliquota. A questo punto dovrà essere determinato il cosiddetto montante individuale, ovvero la somma dei contributi annui versati rivalutati attraverso i parametri Istat, dunque, applicare il coefficiente di trasformazione che varia con l’età del lavoratore.

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Tuttavia, fino alla Riforma Dini risalente al 1995, la maturazione del diritto alla pensione veniva calcolata con il metodo retributivo. Essa si basava sempre sull’anzianità contributiva, i contributi versati nel corso degli anni, appunto, ma anche sulla retribuzione o il reddito del lavoratore, a seconda che fosse dipendente o autonomo, a cui andava applicata un’aliquota di rendimento pari al 2% del reddito medio annuo. Quello retributivo era un metodo di calcolo molto conveniente per i lavoratori, però, con il passare del tempo si rivelò insostenibile: dalla Riforma Dini in poi cominciò un graduale passaggio dal sistema retributivo al sistema contributivo.

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Dal sistema misto alla Riforma Fornero

D’altra parte, a partire dal 31 dicembre 1995 si introdusse il cosiddetto sistema misto. In pratica, per i lavoratori con almeno 18 anni di contributi prima dell’1 gennaio 1996 si sarebbe continuato ad applicare il sistema retributivo, per chi aveva meno di 18 anni di contributi prima dell’1 gennaio 1996 si applicava il retributivo fino al 31 dicembre 1995 e poi il contributivo, per chi cominciava a lavorare dall’1 gennaio 1996 si sarebbe applicato solo il contributivo. Questa triplice divisione è rimasta in vigore fino alla Riforma Fornero del 2011 che determinò il passaggio definitivo dal sistema retributivo al contributivo (con conseguente applicazione anche a chi era stato escluso dalla Riforma Dini): dal primo gennaio 2012 il sistema contributivo è l’unico ad essere utilizzato in Italia.  

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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