Donazione al figlio: come farla e i vincoli fiscali. C’è un limite massimo?

Pubblicato il 30 Gennaio 2020 alle 18:00 Autore: Claudio Garau

Donazione al figlio: di che si tratta esattamente e quali vincoli di natura fiscale vanno rispettati per non rischiare sanzioni. C’è un tetto massimo?

Donazione al figlio come farla e i vincoli fiscali. C'è un limite massimo
Donazione al figlio: come farla e i vincoli fiscali. C’è un limite massimo?

La donazione di soldi ai figli è un qualcosa di assolutamente usuale nella totalità dei nuclei familiari, ma la legge stabilisce alcune regole fondamentali di cui occorre tener conto. Vediamo di seguito come comportarsi in queste circostanze e se c’è un importo massimo dell’operazione.

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Donazione al figlio: quali sono le modalità? quando occorre il notaio?

Essenzialmente, laddove un genitore voglia donare del denaro al figlio o alla figlia, può scegliere una di due distinte modalità: servirsi di un mezzo tracciabile, come un bonifico bancario o l’assegno; oppure optare per la più immediata consegna a mano delle banconote. Ricordiamo comunque la normativa antiriciclaggio, la quale sul punto non consente il trasferimento di denaro in contanti per importi uguali o superiori ai 3.000 euro (saranno 2.000 a partire dal prossimo luglio).

I trasferimenti gratuiti di denaro ai figli costituiscono vere e proprie donazioni. In queste circostanze, l’operazione si attua con il materiale trasferimento dei soldi dalle mani (o dal conto corrente) del donante-genitore a quelle del donatario-figlio. Tuttavia, tale donazione – per essere valida sul piano del diritto civile – deve essere talvolta compiuta tramite atto pubblico, davanti al notaio e alla presenza di due testimoni. Perché?

Ebbene, questo peculiare formalismo è necessitato per richiamare l’attenzione del donante-genitore su quanto ha deciso di fare, dato che il donante – attraverso la donazione al figlio – si priva di un bene (il denaro) talvolta anche in modo consistente, senza avere niente in cambio. Si tratta, in queste circostanze, di quello che in gergo è definito “spirito di liberalità” del donante nei confronti del donatario, che arricchisce qualcuno senza alcun ritorno a livello economico.

In verità, soltanto per le donazioni che il Codice civile definisce “di modico valore”, non sussistono formalismi da rispettare e non occorrerà l’atto pubblico notarile. Ma la legge non integra questo dato e non chiarisce quando e a partire da quale valore la donazione al figlio non sia più considerabile di modico valore. Tuttavia, la giurisprudenza della Cassazione ha chiarito che tale valutazione va svolta dal giudice chiamato a decidere, tenendo conto – di volta in volta – del valore del bene donato, ma anche e soprattutto delle condizioni economiche delle parti.

Ci sono tasse da pagare?

Nel caso in cui ci serva del notaio, anzitutto sarà dovuto il pagamento delle spese di registrazione dell’atto e della parcella del professionista. Ma facciamo subito chiarezza: trattandosi di donazione, anche la donazione al figlio può essere astrattamente sottoposta alle imposte sulle successioni e donazioni, corrispondente al 4% dell’importo donato al figlio, sulla base di una franchigia pari a 1.000.000 di euro.

In altre parole, la donazione al figlio che rimanga sotto il valore del milione di euro, sarà comunque esente dalla suddetta imposta e, anzi, esclusivamente la parte eccedente della cifra in oggetto sarà di fatto sottoposta all’imposta citata.

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La tracciabilità è comunque preferibile

Abbiamo detto che per effettuare la donazione al figlio, le strade sono fondamentalmente quella della consegna a mano dei soldi e quella dell’utilizzo del mezzo tracciabile. In verità, si può dire che la seconda opzione è però quella preferibile: tracciare il trasferimento del denaro con assegno, ovvero formalizzare l’atto di donazione innanzi ad un notaio appaiono scelte opportune onde evitare rischi di severi controlli del Fisco.

Infatti, il donante deve sempre essere in condizione di giustificare la provenienza della somma ottenuta dal figlio, specialmente in caso di donazioni di non modico valore. Pensiamo ad esempio al caso in cui il figlio beneficiario della donazione, a seguito dell’alta somma incassata (ad es. 300.000 euro), faccia un acquisto da ritenersi sproporzionato rispetto alle sue attuali condizioni economiche (magari perché disoccupato o comunque con basso reddito) e ad esempio compri un appartamento o un auto costosa. Ebbene, in tali circostanze, il Fisco potrebbe rintracciare l’operazione e chiedere spiegazioni, potendo presumere un caso di evasione fiscale.

Si tratta, infatti, di tutti quei casi in cui l’Amministrazione Finanziaria fa scattare l’utilizzo del cosiddetto “redditometro“, in modo da verificare se davvero il contribuente (ovvero il figlio donatario), in base a quanto scritto nella dichiarazione dei redditi, sia nella condizione economica di spendere grosse cifre: nel caso non lo sia, fa partire l’accertamento fiscale per vederci chiaro. Tuttavia la giurisprudenza ha recentemente ricordato che tale controllo da parte del Fisco va svolto anche facendo riferimento al reddito dichiarato dalla famiglia naturale convivente, in quanto è usuale che, nell’ambito della tipica solidarietà familiare, un membro della famiglia regali o doni denaro a un altro membro.

In via generale, va rimarcato ancora una volta questo aspetto: il contribuente, laddove dia luogo a una donazione al figlio, deve tuttavia porsi sempre nella condizione di poter chiarire che la somma spesa (per comprare una casa o un auto) proviene da una semplice donazione e non da eventuali redditi non dichiarati, per evadere le tasse. È rilevante tener conto di ciò, dato che il Fisco è autorizzato a “presumere” un comportamento fraudolento.

Insomma, per convincere l’Agenzia delle Entrate che ogni operazione è stata limpida e conforme alla legge, sarà assai consigliato munirsi di prove scritte che attestino la mancanza di condotte fiscalmente illecite: pertanto, il possesso di un documento che dimostri la tracciabilità e l’origine della donazione, come un assegno o un bonifico (nella cui causale indicare sempre “donazione per…), ma anche un atto notarile, è un fattore decisivo per risultare “puliti” agli occhi del Fisco.

Concludendo, e per rispondere alla domanda inclusa nel titolo, la legge non fissa particolari limiti o tetti alla donazione al figlio: piuttosto, ciò di cui il donante deve ricordarsi, sono i profili e i vincoli di natura fiscale.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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