Reddito di cittadinanza 2020: “disincentiva lavoro”, l’analisi del Fmi

Pubblicato il 1 Febbraio 2020 alle 15:38 Autore: Guglielmo Sano

Reddito di cittadinanza 2020: parziale bocciatura da parte del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) della prestazione assistenziale

Monete
Reddito di cittadinanza 2020: “disincentiva lavoro”, l’analisi del Fmi

Reddito di cittadinanza 2020: parziale bocciatura da parte del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) della prestazione assistenziale “cavallo di battaglia” del Movimento 5 Stelle e introdotta, su iniziativa della maggioranza giallo-verde, dal Governo Conte I. Secondo gli esperti dell’organizzazione internazionale, oltre a penalizzare i più poveri, ha dei chiari effetti negativi sull’occupazione.

Reddito di cittadinanza: le criticità secondo l’Fmi

Per l’Fmi il Reddito di cittadinanza è sicuramente “un passo avanti” per il welfare italiano, tuttavia, finora ha prodotto risultati “molto al di sotto dei benckmark internazionali”. Gli esperti del Fondo precisano a tal proposito come i benefici del Reddito “calano troppo rapidamente rispetto alla dimensione delle famiglie, penalizzando quelle più povere e numerose”.

Inoltre – anche se bisogna sottolineare come siano superiori a quelli previsti da molti altri paesi del mondo – tali benefici “si riducono nettamente in caso venga accettato un lavoro, soprattutto in caso di basse retribuzioni”, andando chiaramente a disincentivare l’occupazione o la rioccupazione di chi percepisce l’assegno di sostegno economico. Insomma, il Reddito così non va bene, avvertono dal Fondo, dunque, si invita l’Italia a rimodularlo per evitare di creare in chi lo percepisce una “dipendenza” dal sussidio.

I difetti del sistema previdenziale italiano

Le stroncature non si fermano qui. Infatti, anche il sistema previdenziale italiano presenta dei difetti rilevanti secondo il Fondo Monetario Internazionale. Le pensioni, in breve, rimangono un grosso peso per il bilancio pubblico, nonostante l’Italia abbia fatto “più di molti altri Paesi” con la tanto vituperata in patria quanto apprezzata dai tecnici Legge Fornero.

Quindi, dall’Fmi si consiglia di acuire le penalizzazioni in caso di uscita anticipata dal lavoro, per esempio, riducendo l’importo degli assegni in modo progressivo a seconda dell’entità del mancato versamento di contributi. Allora, non stupisce in questo senso come per l’Fmi sia una buona notizia l’addio a Quota 100 previsto per il 2021.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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