Cambio residenza: ecco le conseguenze legali che può causare

Pubblicato il 14 Febbraio 2020 alle 16:40 Autore: Claudio Garau

Cambio residenza: qual è il contesto di riferimento e il quadro delle conseguenze che comporta, a seconda che sia seguita o meno la legge

Cambio residenza ecco le conseguenze legali che può causare
Cambio residenza: ecco le conseguenze legali che può causare

La residenza è un requisito imprescindibile della persona e per effettuare il cambio residenza, sono previste regole ad hoc. Vediamo allora come funziona questo cambio e quali conseguenze legali potrebbe produrre. Infatti, se è vero che il cittadino è libero di cambiarla, non può però fare come meglio crede, ma deve attenersi a quanto previsto dalla legge. Facciamo chiarezza.

Se ti interessa saperne di più sul caso dell’assicurazione auto con residenza sbagliata e come comunicare il cambio, clicca qui.

Cambio di residenza: il contesto di riferimento

Preliminarmente, prima di vedere quali sono possibili le conseguenze legali in caso di cambio di residenza, soffermiamoci un istante sul concetto di “residenza“. Essa altro non è che il luogo in cui un soggetto ha la sua abituale dimora. In altre parole, la residenza identifica quel luogo in cui la persona vive stabilmente durante l’anno ed in cui stabilisce la sua abitazione principale. Ognuno è libero di porre la propria residenza dove preferisce, sebbene sussistano per legge alcuni vincoli per talune categorie di persone (ad es. i militari o gli incapaci).

La residenza e il cambio residenza si riferiscono a situazioni di fatto, cui a loro volta si collegano vari effetti che hanno lo scopo di regolare il rapporto tra ciascun soggetto e il territorio di residenza (ovvero il Comune). La residenza è dichiarata nell’apposito ufficio di Anagrafe del Comune in cui la persona interessata intende porla: infatti solitamente si parla di “residenza anagrafica”. Come ovvio, tale residenza non deve per forza restare immodificata nel tempo, ma si può effettuare il cambio residenza. Come si può dimostrare il cambio residenza? Ebbene è necessaria la doppia dichiarazione: una data al Comune in cui si vuole andare a vivere stabilmente, e l’altra al Comune che si vuole lasciare.

Effetti pratici della residenza

Come accennato, la residenza è un fattore essenziale ed obbligatorio che identifica il cittadino e gli consente tutta una serie di servizi e conseguenze pratiche. Infatti, residenza e cambio residenza, in quanto sottintendono l’iscrizione nel cosiddetto “registro della popolazione”, permettono, tra l’altro:

  • l’identificazione del luogo in cui è celebrato il matrimonio e e dove sono fatte le pubblicazioni a seguito di matrimonio;
  • l’individuazione del tribunale competente per l’adozione;
  • il rilascio di certificati anagrafici;
  • l’accesso ai servizi demografici;
  • l’individuazione della competenza territoriali del tribunale;
  • l’individuazione del luogo di notifica degli atti;
  • assegnazione di un medico di base e di un pediatra per i figli.

Com’è evidente, qualsiasi cittadino non può fare a meno dall’attribuzione della residenza, ovvero un fattore imprescindibile che attiene al rapporto intercorrente tra cittadino e Stato: ciò è peraltro affermato dalla legge n. 1228 del 1954, sull’ordinamento delle anagrafi della popolazione residente, per cui ogni persona deve essere reperibile ed individuabile dallo Stato, in caso di necessità.

Cambiare la residenza: ecco perché fare attenzione alla legge

Abbiamo appena visto che la residenza è il luogo in cui una persona sta prevalentemente durante l’anno. Pertanto, è chiaro che se qualcuno va in trasferta o nella casa di villeggiatura per qualche settimana, non occorre effettuare il cambio residenza e non deve informare il Comune. Ben diversa la situazione se si decide di cambiare casa e trasferirsi: in queste circostanze, seguire il formale iter di cambio residenza è un obbligo. Ma, rifacendoci alla domanda iniziale, quali sono le possibili conseguenze legali del cambio residenza?

Anzitutto, una conseguenza non irrilevante è quella che grava su chi, ad esempio, dichiara di vivere nella seconda casa di proprietà (magari per ingannare il Fisco o per ottenere indebitamente agevolazioni fiscali) – anche se in realtà non ci vive stabilmente durante l’anno – in pratica dichiarando una residenza falsa. Ebbene, al momento della dichiarazione di residenza, viene redatto un atto pubblico da parte del funzionario comunale incaricato, in veste di pubblico ufficiale: comunicare dati di residenza falsi comporta il reato di “falso in atto pubblico”, dato che in gioco c’è una falsa attestazione di residenza. Insomma, ci sono concreti rischi di una condanna penale, per chi fa il furbo e fa il cambio residenza, fornendo indicazioni non corrispondenti al vero. È chiaro altresì che laddove il cambio di residenza non sia fatto in modo conforme alla legge e magari invece per evadere qualche tassa, l’Agenzia delle Entrate avrà la possibilità di effettuare accertamenti per risolvere la situazione.

Se ti interessa saperne di più sull’operazione Alter Ego, per smascherare chi con una falsa identità aveva nascosto precedenti penali, clicca qui.

Inoltre, c’è un’altra conseguenza non di poco conto: quando il Comune capisce – a seguito di indagini e verifiche – che un soggetto non vive stabilmente all’indirizzo dichiarato, a quest’ultimo viene assegnato lo status di “irreperibile“. In queste condizioni, il cittadino è considerato senza residenza fissa e pertanto non può può esercitare il diritto di voto alle elezioni. Le citate conseguenze sono tra le più rilevanti, in caso di cambio residenza senza seguire la legge. Ma quali sono le altre? Vediamole schematicamente:

  • perdita della possibilità di avvalersi di benefici fiscali come esenzione Imu e bonus prima casa;
  • impossibilità di leggere le notifiche di provvedimenti amministrativi o atti giudiziari, nell’ipotesi in cui – a causa della falsa residenza – il postino o l’ufficiale giudiziario non trovi il destinatario della missiva (tuttavia per la cosiddetta “compiuta giacenza”, la notifica è data come per avvenuta lo stesso, solo che il destinatario non può difendersi);
  • revoca o mancata assegnazione di bonus come i contributi per gli affitti, reddito di cittadinanza, bonus mensa e asilo nido, gratuito patrocinio a spese dello Stato;
  • problemi per l’accesso a pensioni o prestazioni di invalidità oppure per attivare una società o una partita Iva.

Concludendo, è evidente che sarà necessario seguire le prescrizione di legge ed eventualmente informarsi di persona presso il Comune di riferimento, onde avere tutti gli eventuali ragguagli per il cambio residenza. Infatti, indicare un cambio residenza corretto significa non soltanto non violare la legge, ma anche e soprattutto poter ottenere quanto visto sopra.

Segui Termometro Politico su Google News

Scrivici a redazione@termometropolitico.it

L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
Tutti gli articoli di Claudio Garau →