Legge Spazzacorrotti incostituzionale? Ecco perchè se è retroattiva

Pubblicato il 14 Febbraio 2020 alle 17:15 Autore: Claudio Garau

Legge “Spazzacorrotti” e incostituzionalità: ecco in che parte e perchè tale atto normativo è contrario alla Costituzione e a quale suo articolo

Legge Spazzacorrotti incostituzionale? Ecco perché se è retroattiva

Tra le varie vicende che agitano il dibattito politico in questi ultimi giorni, c’è quella collegata all’accertata incostituzionalità della cosiddetta legge “Spazzacorrotti”, ovvero la n. 3 del 2019 (“Misure per il contrasto dei reati contro la pubblica amministrazione, nonche’ in materia di prescrizione del reato e in materia di trasparenza dei partiti e movimenti politici“). Vediamo in sintesi il perché di questa decisione da parte della Corte Costituzionale.

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Legge spazzacorrotti incostituzionale: in che ambito e perché

In sostanza, la Consulta ha sancito che applicare la legge “Spazzacorrotti” in modo retroattivo, è illegittimo e violerebbe la Costituzione. In effetti, quella della retroattività costituiva una questione spinosa, su cui erano intervenuti diversi giudici, attraverso l’ordinanza di rimessione alla Corte, per valutare appunto la legittimità costituzionale della legge. Si è trattato di vere e propri censure, sollevate dalle autorità giudiziarie, nei confronti di una legge che ha esteso ai reati contro la PA le preclusioni disposte dall’articolo 4 bis dell’ordinamento penitenziario rispetto alla concessione dei benefici e delle misure alternative alla detenzione.

Due in particolare i punti su cui la Consulta ha fondato la sua decisione di illegittimità costituzionale della legge “Spazzacorrotti”, se applicata retroattivamente:

  • l’assenza di una disciplina transitoria ad hoc, che vieti l’applicazione delle nuove norme ai condannati per un reato commesso prima dell’entrata in vigore della legge in oggetto;
  • la dichiarazione di illegittimità costituzionale di quell’interpretazione giurisprudenziale per cui le modifiche peggiorative della disciplina sulle misure alternative alla detenzione, alla liberazione condizionale e al divieto di sospensione dell’ordine di carcerazione successivo alla sentenza di condanna, sono applicate retroattivamente. In altre parole, l’applicazione retroattiva della legge “Spazzacorrotti” comporterebbe una ingiustificata trasformazione del tipo di pena e dell’incidenza sulla libertà personale, rispetto a quanto stabilito al momento del reato: sarebbe insomma violato il principio di legalità delle pene, sancito dall’art. 25, secondo comma, della Costituzione.

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Motivi quindi più che sufficienti, secondo la tesi della Consulta, per pronunciarsi sulla incostituzionalità dell’applicazione retroattiva: pertanto la legge “Spazzacorrotti” non può essere applicata ai condannati per un reato compiuto prima della sua entrata in vigore. O, ad essere più precisi, non può essere interpretata dal giudice incaricato in modo retroattivo.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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