Ricetta elettronica 2020: come si fa, a che serve e come registrarla

Pubblicato il 15 Febbraio 2020 alle 17:29 Autore: Guglielmo Sano

La ricetta elettronica è utilizzabile in tutta Italia sin da marzo 2016; Come funziona il documento sanitario dematerializzato?

Farmaci
Ricetta elettronica 2020: come si fa, a che serve e come registrarla

La ricetta elettronica è utilizzabile in tutta Italia sin da marzo 2016, parallelamente, alla tradizionale ricetta rossa (che serve per acquistare alcune particolari tipologie di farmaci). Come funziona il documento sanitario dematerializzato?

Ricetta elettronica: di cosa si tratta?

La ricetta elettronica, al di là del nome, prevede anche la stampa di un promemoria “materiale” – in sostanza di un foglio – per l’assistito che il medico di base compila tramite il computer, quindi, non a mano come una classica ricetta.

Al pari di quest’ultima, anche la ricetta dematerializzata contiene i dati anagrafici del paziente, il farmaco o la visita specialistica di cui ha bisogno e le eventuali esenzioni che gli spettano. In più, il documento sanitario riporta anche un codice identificativo che lo rende unico: ciò comporta non solo la possibilità di utilizzarlo su tutto il territorio nazionale ma anche quella di usufruire comunque della prestazione in caso di smarrimento del promemoria.

Il codice NRE e validità

Tale codice a barre identificativo prende il nome di NRE, anagramma che sta per Numero Ricetta Elettronica. In esso si riporta una serie di 15 caratteri: i primi tre sono il codice assegnato a ciascuna regione, i seguenti identificano il lotto di riferimento. Grazie a questo codice, come accennato sopra, anche se si perde il promemoria che il medico rilascia dopo aver compilato l’apposito format telematico, il farmacista dovrebbe essere comunque in grado di trovare la prescrizione attraverso la tessera sanitaria dell’assistito. Inoltre, la ricetta elettronica permette di acquistare un farmaco anche al di fuori dei confini della propria regione, non è sempre possibile con la ricetta classica, usufruendo delle esenzioni qualora se ne abbia diritto o pagando lo stesso ticket che si sarebbe versato nel luogo di residenza. La ricetta è utilizzabile solo una volta e non oltre i 30 giorni a partire dalla data di emissione.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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