Contributi Inps: retribuzione minima ai fini pensionistici in aumento

Pubblicato il 25 Febbraio 2020 alle 10:19 Autore: Daniele Sforza

Ultime notizie sui contributi Inps: si registra un incremento relativo alla retribuzione minima ai fini pensionistici. La novità.

Contributi Inps retribuzione minima a fini pensionistici
Contributi Inps: retribuzione minima ai fini pensionistici in aumento

A proposito di contributi Inps, l’Istituto, con la circolare n. 9 del 29 gennaio 2020, ha determinato per l’anno 2020 il limite minimo di retribuzione giornaliera e aggiornato gli altri valori per il calcolo di tutte le contribuzioni dovute in materia di previdenza e assistenza sociale per la generalità dei lavoratori dipendenti. Il minimale retributivo ha subito un incremento rispetto allo scorso anno, determinando di conseguenza un rialzo della base reddituale imponibile per il versamento dei contributi.

Contributi Inps: aumento retribuzione minima a fini pensionistici

Il minimo contrattuale è stato originariamente introdotto dal Dl n. 338/1989, mentre nel 1995, con la Legge n. 549, si è deciso che in caso di più contratti collettivi rientranti nella medesima categoria, la retribuzione base da prendere in considerazione per il calcolo dei contributi previdenziali e assistenziali sarebbe stata quella formulata nei contratti collettivi dai sindacati più rappresentativi della categoria.

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Il minimale retributivo è pubblicato ogni anno dall’Inps e anche quest’anno l’appuntamento non è venuto meno. Nella circolare citata, infatti, si legge che per il 2020 il minimale giornaliero di retribuzione imponibile ammonta a 48,98 euro, leggermente superiore ai 48,74 euro del 2019, con la conseguenza che la retribuzione minima mensile imponibile corrisponde a 1.273,48 euro.

Come ricorda il Quotidiano di Sicilia, al fine di determinare l’imponibile contributivo, il datore di lavoro deve prendere in esame due fattori:

Se è superiore ai minimali di legge e alla retribuzione contrattuale, la contribuzione va calcolata sulla retribuzione effettiva;

Se è inferiore, ai fini del versamento dei contributi la retribuzione effettiva deve essere adeguata all’importo più elevato tra i due.

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Per quanto riguarda i lavoratori part-time, il minimale si applica su base oraria e il suo risultato deriva dal rapporto tra il minimale giornaliero e le giornate di lavoro settimanale a orario normale. L’importo che esce andrà poi diviso con il numero delle ore settimanali previste dal contratto full-time.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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