Decorrenza licenziamento: cos’è e quando scatta. Perché va conosciuta

Pubblicato il 4 Marzo 2020 alle 16:11 Autore: Claudio Garau

Decorrenza licenziamento: che cosa significa di preciso e perchè può essere determinante conoscerla. Come funziona e quando scatta.

Decorrenza licenziamento cos'è e quando scatta. Perché va conosciuta
Decorrenza licenziamento: cos’è e quando scatta. Perché va conosciuta

Ben sappiamo che il momento del licenziamento non è mai gradito o desiderato da parte dell’azienda e del lavoratore: la prima in concreto si trova costretta ad avere un’unità di personale in meno (che presumibilmente cercherà, ove possibile, di rimpiazzare), mentre il secondo si trova senza più un lavoro e con tutti i rischi che ne derivano. Una questione concreta legata al licenziamento è però la seguente: quando scatta ufficialmente il licenziamento? Ovvero, come funziona la decorrenza del licenziamento? Facciamo chiarezza.

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Decorrenza licenziamento: quando scatta in caso di dimissioni?

Come poco fa accennato, chiedersi qual è la data che fa fede per la cessazione ufficiale del rapporto di lavoro è domanda assolutamente legittima, ed anzi doverosa. Molteplici peraltro le situazioni in cui tale domanda diventa anche scontata: ad esempio, nel caso in cui il dipendente abbia trovato altrove una miglior occupazione, oppure nel caso l’azienda abbia forti difficoltà economiche e necessiti di ridurre il numero dei dipendenti, o ancora nell’ipotesi di pessimi rapporti tra il capo e un suo dipendente, tali da non consentire più la prosecuzione del rapporto.

Nelle circostanze appena richiamate, ma non solo in quelle, sia il lavoratore che l’azienda debbono essere consapevoli circa la data effettiva da cui scatta l’interruzione del rapporto di lavoro, ovvero la data di decorrenza licenziamento.

Licenziamento volontario: la decorrenza

Pensiamo anzitutto al caso in cui sia il dipendente a volersene andare, magari perché ha trovato un impiego meglio retribuito altrove, o perché ha deciso di emigrare all’estero. Ebbene, in queste circostanze, il cosiddetto obbligo di “preavviso” grava su di lui e non sull’azienda. Ne consegue che se non lo rispetta, l’azienda avrà diritto di trattenere il denaro corrispondente ai giorni non lavorati, prima della scadenza del preavviso.

Dal punto di vista pratico, le dimissioni vanno oggi rese note e comunicate con il metodo informatico, in modo autonomo attraverso il portale Cliclavoro o un ente ad hoc come un patronato. In ogni caso, il lavoratore deve redigere una lettera inerente le sue dimissioni, ovvero la volontà di andarsene e di concludere l’esperienza professionale. Tale missiva va spedita con PEC, raccomandata a/r, oppure va consegnata a mano. Il licenziamento volontario decorrerà dal giorno in cui il datore di lavoro ha ricevuto la lettera in oggetto.

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Licenziamento per giusta causa o giustificato motivo soggettivo: quando decorre?

La domanda sulla decorrenza del licenziamento ha una specifica risposta, con riguardo al cosiddetto licenziamento disciplinare, anche detto per giustificato motivo soggettivo o giusta causa. In queste circostanze rileva una una violazione dei doveri del lavoratore, ovvero delle regole di condotta previste dai contratti e dai codici disciplinari, che a loro volta rimandano ai più tipici obblighi di diligenza, obbedienza e fedeltà, che dovrebbero sempre caratterizzare un rapporto di lavoro. La prassi, in questi casi, prevede l’emissione di una lettera di contestazione disciplinare, che l’azienda fa pervenire al lavoratore.

Appare altresì opportuno ricordare che il periodo di preavviso, in materia di licenziamento, va considerato soltanto se si tratta di licenziamento per giustificato motivo soggettivo: infatti il licenziamento per giusta causa – quello più grave – non lo prevede ed anzi, in queste ultime circostanze, in gergo si parla di “licenziamento in tronco”.

Venendo ora alla domanda di principio, chiariamo da quando decorre il licenziamento disciplinare. In effetti i dubbi possono esservi e si potrebbe essere portati a pensare che questo decorra dalla data di notifica della lettera da parte del postino, oppure dalla data di spedizione della missiva, oppure ancora dal giorno in cui il datore di lavoro ha a voce intimato di andarsene al lavoratore. Ebbene, ci ha pensato la Corte di Cassazione a fare luce, chiarendo una volta per tutte qual è la data della decorrenza licenziamento disciplinare.

Tale giudice ha infatti rimarcato che la decorrenza del licenziamento disciplinare scatta dal giorno in cui è stata contestata la condotta illegittima al lavoratore, ovvero dal giorno nel quale quest’ultimo ha ricevuto la missiva tipica dell’iter. Ricordiamo però che se si tratta di licenziamento per giustificato motivo soggettivo e il datore non tiene conto del doveroso periodo di preavviso; il dipendente licenziato conserva in ogni caso il diritto di ricevere un ristoro in denaro per i giorni mancanti.

Concludendo, è chiaro che capire qual è la data effettiva della decorrenza del licenziamento disciplinare può essere assai utile al lavoratore. Infatti, in caso di contestazione e di causa in tribunale, potrebbe ben succedere che sia data ragione al dipendente, disponendo quindi che quest’ultimo sia reintegrato sul luogo di lavoro e riconoscendogli un risarcimento proprio dalla data del licenziamento. È allora evidente l’importanza di conoscere la data “ufficiale” di decorrenza del licenziamento, per ottenere pieno ristoro per quanto illegittimamente deciso dall’azienda.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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