Buoni fruttiferi postali: titoli in prescrizione, quando si perdono i soldi

Pubblicato il 9 Marzo 2020 alle 14:35 Autore: Guglielmo Sano

I diritti di chi sottoscrive dei buoni fruttiferi postali si estinguono a favore dell’emittente, Poste, dopo un certo periodo dalla scadenza del titolo

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Buoni fruttiferi postali: titoli in prescrizione, quando si perdono i soldi

Buoni fruttiferi postali: uno degli strumenti di risparmio favoriti dagli italiani anche se nel corso degli ultimi anni, a seguito di numerose modifiche alla normativa, ha regalato diverse gatte da pelare ai risparmiatori. Tanto per elencarne una: a volte per colpa della prescrizione si perdono, di fatto, non solo gli interessi a cui si avrebbe diritto ma anche le somme inizialmente investite.

Buoni fruttiferi postali: titoli garantiti dello Stato

I buoni fruttiferi postali, come molti sanno, sono uno strumento di risparmio che a fronte di una somma investita, dopo un determinato periodo di tempo, ne prevedono la restituzione con l’aggiunta di una maggiorazione calcolata in base a un certo tasso di interessi. Sono un’esclusiva di Poste italiane ma sono emessi dalla Cassa depositi e prestiti, dunque, chi li sottoscrive è tutelato direttamente dallo Stato. Detto ciò, nonostante siano equiparabili di fatto a dei Buoni del Tesoro, i cosiddetti Bot, sono da considerarsi al riparo da oscillazioni del mercato: in pratica, è garantito il rimborso del loro valore nominale, cioè il capitale viene sempre restituito a meno che, appunto, non scatti la prescrizione.

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Scadenza e prescrizione

L’ultimo aggiornamento della normativa in merito alla prescrizione dei buoni risale a fine 2000: da allora, in base alle disposizioni di legge, i diritti di chi sottoscrive dei buoni si estinguono a favore dell’emittente, Poste, dopo 10 anni dalla scadenza del titolo stesso. Quindi, si può dire che dopo 10 anni dalla scadenza, i buoni vanno in prescrizione e i titolari non hanno più alcuna possibilità di essere rimborsati.

Da precisare a questo punto la differenza tra scadenza e prescrizione. La scadenza, in sostanza, è il termine oltre il quale i buoni smettono di produrre interessi (i titoli possono essere trentennali, ventennali e così via): una volta scattata si attiva il cronometro della prescrizione che, appunto, dura 10 anni. Trascorso un decennio, per ricapitolare, il titolare del buono perde il diritto a riscuotere sia il capitale che gli interessi. Bisogna segnalare però che non si prescrivono mai i buoni fruttiferi dematerializzati: le somme vengono automaticamente accreditate sul conto del sottoscrittore una volta giunti a scadenza.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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