Asintomatici positivi Coronavirus: cosa significa e chi può accorgersene

Pubblicato il 18 Marzo 2020 alle 18:52 Autore: Eugenio Galioto

Asintomatici positivi Coronavirus: cosa significa e chi può accorgersene. L’isolamento e il controllo degli asintomatici positivi per contenere il contagio

Disegno stilizzato di uomini e donne che restano a casa in quarantena
Asintomatici positivi Coronavirus: cosa significa e chi può accorgersene

Non tutti i contagiati dal coronavirus, sviluppano i sintomi della malattia. Accanto a chi ha febbre e lamenta sintomi influenzali e, in molti casi, complicanze polmonari e difficoltà respiratorie, esistono i sintomatici positivi. Nelle ultime settimane, l’interesse da parte della comunità medica e scientifica è accresciuto nei confronti di questa categoria di persone, giacché la scoperta e il successivo isolamento dei casi di asintomatici positivi può ridurre il rischio di contagio di cui, a loro insaputa, sono portatori. Inoltre, è principalmente attraverso uno studio approfondito degli anticorpi degli asintomatici positivi che è possibile mettere a punto un vaccino contro il Covid19.

L’esperimento di Vo’ Euganeo

In questo senso, la cittadina di Vo’ Euganeo rappresenta un vero e proprio «caso di studio». Come si ricorderà, assieme a Codogno, questa piccola cittadina veneta è stata la prima zona rossa d’Italia. L’indagine condotta da medici, virologi e infettivologi ha riguardato l’intera popolazione di Vo’, cui è stato sottoposto un tampone per il test Covid19. Il risultato è stato sorprendente: la percentuale di soggetti asintomatici positivi è risultata essere tra il 50 e il 75%, facendo emergere i cosiddetti casi sommersi.

Ciò spiega, ad esempio, l’alta incidenza di malati registrati in questa cittadina, causati principalmente dal contagio avvenuto da parte di asintomatici positivi che avevano contratto il coronavirus, senza aver mai sviluppato i sintomi, essendo dunque ignari di essere portatori sani. In seguito al test, le autorità hanno disposto la quarantena obbligatoria di tutti gli asintomatici positivi, ottenendo in tal modo, in poco più di una settimana, una riduzione drastica del numero dei contagiati

Asintomatici positivi Coronavirus: come fare per accorgersene

A seguito dell’esperimento di Vo’, alcuni esperti vorrebbero definire un protocollo su scala nazionale: sottoporre a test quante più persone possibili, per isolare gli asintomatici positivi e controllare la diffusione del contagio. Non esiste, purtroppo, altro modo per rilevare la presenza del virus (e quindi degli anticorpi) in un asintomatico, se non attraverso lo strumento del tampone.

Il professor Fabrizio Pregliasco, virologo dell’Università degli Studi di Milano, direttore sanitario dell’Istituto Ortopedico Galeazzi di Milano, chiarisce però che tale strategia è applicabile solo in una terza fase: «All’inizio, quando sono stati scoperti i primi casi di infezione – dichiara il virologo -, si era effettivamente proceduto in questo modo, eseguendo tamponi su tutti i soggetti in buona salute ma potenzialmente positivi, poiché entrati a contatto con i primi pazienti ammalati che avevano contratto il virus. L’onda grossa di contagi ha però limitato il test del tampone soltanto a chi è stato a stretto contatto con il soggetto ammalato. Un’ipotesi come quella che vede l’esecuzione di tamponi su ampia scala, pertanto, la vedo più applicabile su territori geografici specifici, per progetti di controllo che potrebbero essere appunto quelli del Veneto».

Purtroppo non sappiamo neanche per quanto tempo gli asintomatici positivi possono risultare contagiosi. Gli unici dati certi, infatti, riguardano gli ammalati che sono guariti, i quali risultano ancora contagiosi per oltre due settimane dal decorso della malattia. Per questi cosiddetti portatori convalescenti sono necessari altri 15 giorni di isolamento, più due controlli con tamponi, a due giorni di distanza l’uno dall’altro, finché non entrambi i tamponi non diano risultati negativi.

Resta il fatto che il motore principale del contagio, secondo quanto comunicato dall’Oms, è quello di persone con sintomi conclamati che risultano altamente contagiosi, giacché la malattia si presenta in forma virulenta. Tuttavia, come mostrato dall’indagine su Vo’ Euganeo, non bisogna sottovalutare il ruolo degli asintomatici positivi nella diffusione del virus.

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L'autore: Eugenio Galioto

Sociologo, un passato da ricercatore sociale e un presente da analista politico. Scrivo principalmente di economia e politica interna. Amo il jazz, ma considero l'improvvisazione qualcosa che solo i virtuosi possono permettersi.
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