Coronavirus Cina: stop restrizioni dopo due mesi come in Italia?

Pubblicato il 24 Marzo 2020 alle 13:12 Autore: Eugenio Galioto

Coronavirus Cina: stop restrizioni dopo due mesi come in Italia? Stante al precedente cinese, tutto fa pensare alla fine del lockdown non prima del 6 maggo

insegna di un'attività chiusa per lockdown
Coronavirus Cina: stop restrizioni dopo due mesi come in Italia?

La Cina sembra aver arrestato il coronavirus. I casi di nuovi contagi di coronavirus in Cina sono scesi a zero.

Dopo due mesi di lockdown totale, la provincia dell’Hubei – il cui capoluogo è Wuhan – sta rimuovendo le restrizioni.

A partire dal 8 aprile – fa sapere un comunicato del Comitato locale di prevenzione e controllo coronavirus Cina -, si riattiveranno i collegamenti ordinari tra Hubei e resto del Paese e i cittadini potranno muoversi liberamente. Intanto la morsa si sta allentando: i lavoratori stanno tornando in fabbrica e negli uffici e la vita sta tornando, pian piano, alla normalità.

L’Europa, come in Cina, verso il lockdown

E mentre, passata l’emergenza coronavirus, la Cina sta riaprendo fabbriche, negozi e metropolitane, salgono a 380mila i casi di coronavirus nel mondo, 16.500 le vittime. Solo in Europa, i casi crescono ogni giorno nell’ordine di migliaia, con la Spagna che sta raggiungendo l’Italia con cifre da capogiro in pochi giorni: oltre 35mila casi di coronavirus e 2.229 morti.

Progressivamente, tutta l’Europa – persino lo scettico Regno Unito a guida di un ostinato Boris Jhonson ha fatto dietrofront, scegliendo un lockdown parziale -, sta mettendo in campo le stesse misure adottate a Hubei per contrastare il coronavirus in Cina.

Coronavirus Cina: sarà così anche in Italia?

L‘Italia, primo Paese europeo (se si esclude il “caso zero” di Monaco) ad essere stato colpito dall’epidemia di coronavirus, ha adottato progressivamente le stesse misure di prevenzione e contenimento del contagio impiegate per contrastare il coronavirus in Cina.

A partire dal 10 marzo, un decreto d’emergenza obbliga la popolazione a restare a casa in quarantena e ad uscire solo per lo stretto indispensabile e impone la chiusura delle attività e degli esercizi commerciali non essenziali. A partire da domani 25 marzo, inoltre, a seguito di un conflitto tra sindacati e Confindustria che non accenna ad arrestarsi, finalmente resteranno chiuse anche tutte le aziende non strategiche per tutelare la salute dei lavoratori.

Nonostante le misure adottate, la crescita dei contagi non si placa: dall’inizio dell’epidemia in Italia si registrano 63.927 casi di coronavirus e 6.077 vittime, di cui 601 in più nella giornata di ieri.

Tuttavia, a partire da domenica si registra un rallentamento della crescita; segno evidente che, qualora tale trend fosse confermato, le misure di lockdown anti-coronavirus in Cina adottate in Italia risulterebbero efficaci.

Il segnale che ci rende ottimisti viene proprio dalla “zona rossa” lombarda. Per la prima volta dall’esplosione dell’epidemia di coronavirus in italia, il bollettino della Protezione civile di ieri segna un calo dei ricoveri ospedalieri rispetto a domenica: 173 in meno.

Cala anche il numero dei decessi: lunedì sono stati 320, un numero altissimo ma decisamente inferiore ai 361 morti registrati il giorno precedente. Segnali, questi, che hanno portato l’assessore alla Sanità della Regione Lombardia, Giulio Gallera, a parlare di «luce in fondo al tunnel».

Se qualcuno, però, pensa che questi segnali positivi possano indurre il Governo a riaprire tutto il 3 aprile si sbaglia di grosso. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera il 19 marzo, il Premier Conte aveva già preannunciato una proroga del lockdown: “quando raggiungeremo un picco e il contagio comincerà a decrescere, almeno in percentuale, speriamo fra qualche giorno, non potremo tornare subito alla vita di prima. Al momento non è ragionevole dire di più, ma è chiaro che i provvedimenti che abbiamo preso, sia quello che ha chiuso molto delle attività aziendali e individuali del Paese, sia quello che riguarda la scuola, non potranno che essere prorogati alla scadenza“.

Si tratta ora di capire per quanto tempo ancora dovremmo fare i conti con le misure restrittive. Stante all’andamento della curva epidemiologica del coronavirus in Cina, la data probabile per l’inizio di un graduale allentamento delle misure di lockdown è da ricercare attorno al 6 maggio, data in discussione per un’eventuale riapertura delle scuole.

La ministra degli Interni Lamorgese, del resto, aveva già ribadito come affinché risultasse efficace, la chiusura delle scuole e delle università avrebbe dovuto essere prorogata per almeno un altro mese, mentre durante la conferenza stampa del decreto “Cura Italia”, Gualtieri e Catalfo hanno parlato di un ulteriore decreto per aprile, lasciando intendere che le misure di lockdown saranno prorogate ben oltre il 3 aprile.

Il precedente cinese, quindi, dovrebbe insegnarci a non abbassare la guardia: appena si sono registrati segnali positivi dovuti alle misure di contenimento del coronavirus in Cina, hanno proseguito il lockdown fino ad attendere la quota “zero contagi”. Chissà se il governo Conte abbia in mente di seguire il modello cinese, non soltanto per quanto riguarda l’adozione delle misure anti-cornavirus.

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L'autore: Eugenio Galioto

Sociologo, un passato da ricercatore sociale e un presente da analista politico. Scrivo principalmente di economia e politica interna. Amo il jazz, ma considero l'improvvisazione qualcosa che solo i virtuosi possono permettersi.
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