Conto corrente cointestato e separazione: come avviene la spartizione

Pubblicato il 31 Marzo 2020 alle 14:00 Autore: Claudio Garau

Conto corrente cointestato e ipotesi di fine del matrimonio per separazione: quali sono le conseguenze e come avviene la spartizione del denaro?

Conto corrente cointestato e separazione come avviene la spartizione
Conto corrente cointestato e separazione: come avviene la spartizione

Abbiamo già parlato di cointestazione nell’ambito della vita coniugale: ora vogliamo affrontare le conseguenze che scattano dopo la fine del legame matrimoniale, in caso quindi di separazione. Che succede al conto corrente cointestato? Come andrà diviso? Potrebbero infatti sorgere degli attriti anche per quanto riguarda la spartizione del denaro accumulato: vediamo allora quali risposte, circa la spartizione, si possono trarre dalla legge vigente.

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Conto corrente cointestato e fine dell’unione matrimoniale: che succede?

Il punto è capire se la giacenza, ovvero la quantità di denaro accantonato e non utilizzato, va divisa o meno in parti identiche. Per farlo, è necessario tenere in considerazione quella che l’origine o la provenienza della somma depositata. Aprendo una breve parentesi, premettiamo che se i conti correnti di ciascun coniuge che si separa, sono personali (quindi senza cointestazione), soltanto se era stato scelto il regime di comunione dei beni, tali conti debbono essere suddivisi tra essi. Altrimenti, in regime di separazione dei beni, ciascun conto permane così com’è e pertanto ciascun coniuge resta titolare della stessa somma di cui già era unico proprietario prima della fine del legame matrimoniale.

Qui vogliamo però capire quale sarà la destinazione del denaro cointestato durante il matrimonio. Il conto corrente cointestato è, in quanto tale, di proprietà di marito è moglie, ed è presunto suddiviso per identiche quote, ovvero il 50% per ciascuno (salvo diversa disposizione della coppia). In particolare, se il conto in oggetto diventa cointestato in un secondo tempo, giuridicamente abbiamo una donazione del 50% del denaro già depositato in banca. È chiaro che, stante questo regime, ciascun coniuge non può effettuare prelievi superiori al citato 50% e se lo fa, dovrà celermente restituire la parte di denaro eccedente la sua quota.

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Dalle norme giuridiche deduciamo dunque che, in materia di conto corrente cointestato, in caso di rottura del legame matrimoniale le quote vanno in ogni caso suddivise in quote identiche. In altre parole, non rileva il tipo di regime patrimoniale prescelto a suo tempo dalla coppia (comunione o separazione dei beni), bensì è la stessa cointestazione che impone tale conseguenza post matrimoniale.

Ecco allora spiegato che fine fa il denaro della coppia, laddove si sia optato per il conto corrente cointestato: d’altronde, è possibile giungere alle conclusioni di cui sopra anche per ragioni logiche.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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