Russia, avviata la spartizione militare dell’Artico. La guerra fredda fra i ghiacci e gli interessi cinesi

Pubblicato il 15 Maggio 2012 alle 15:30 Autore: EaST Journal

Una militarizzazione tanto più necessaria agli interessi russi dopo che, nel marzo scorso, soldati dell’Alleanza Atlantica sono rimasti diversi giorni nei territori settentrionali di Norvegia e Svezia, prendendo parte all’esercitazione Exercise Cold Response 2012. Pù di 16.000 uomini, aerei e navi da guerra appartenenti agli eserciti di Stati Uniti, Regno Unito, Canada, Francia e Olanda, per citare alcune nazioni, per un totale di 14 membri dell’Alleanza Atlantica. Secondo la Nato, l’obiettivo di questa prova è stato l’addestramento per operazioni militari in caso di conflitto e possibili “azioni terroristiche”. Le operazioni sono state così serie che cinque militari norvegesi sono morti durante lo schianto del loro C-130, avvenuto nelle vicinanze del monte svedese Kebnekaise.

Secondo gli analisti di Mosca “il vero obiettivo è la futura ripartizione delle risorse naturali della regione”, parola di Igor Korotchenko, esperto in materia di sicurezza. Egli ha anche affermato che: “la Nato cerca di mostrare i muscoli con la volontà di consolidare i suoi disegni geopolitici e diplomatici attraverso la potenza di fuoco”. A sua volta Vladimir Evseev, esperto di relazioni internazionali all’Accademia Russa delle Scienze, aggiunge avvertendo che “le operazioni compiute nei territori di Norvegia e Svezia sono a due passi dal confine con lo stato eurasiatico.” L’analista afferma che queste esercitazioni avrebbero potuto effettuarsi sul territorio del Canada, e che il fatto che si sia invece fatta una scelta diversa è una minaccia alla sicurezza della Russia. La risposta del Ministero della Difesa russo non si fa attendere, tanto che vengono costituite nella Russia artica due nuove brigate pronte ad intervenire con rapidità ove richiesto, aggiunge Mosca, “nell’interesse del paese”. Russia e Norvegia danno poi il via all’esercitazione militare congiunta “Pomor” mentre la Svezia annuncia il 18 Aprile 2012 che intende sostenere l’intezione della Cina di ottenere lo status di osservatore nel Consiglio Artico.

Si arriva così alla “conferenza” di fine aprile, necessaria se si vuole evitare che la guerra artica da fredda diventi calda. A complicare le cose c’è la questione cinese: lo “scontro” tra i paesi Nato e la Russia potrebbe favorire la “tigre asiatica”, che dopo aver ampliato la sua sfera di influenza nel continente africano, ora punta anche ad avere una presenza artica, mettendo sempre più in difficoltà, più che Mosca, la stessa Washington. Non è dunque un caso che il presidente del Consiglio cinese, Wen Jiabao, si sia recato in visita in Islanda e Svezia. Staremo a vedere con quali esiti.

Da EastJournal

di Marco Marchionni

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