Dap carceri: significato, cos’è e perché se ne parla in Italia

Pubblicato il 27 Aprile 2020 alle 15:47 Autore: Guglielmo Sano

Dap carceri: il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria è stato pesantemente criticato negli ultimi tempi. Il ministro Bonafede annuncia verifiche

Carcere
Dap carceri: significato, cos’è e perché se ne parla in Italia

Dap carceri: il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria è stato pesantemente criticato negli ultimi tempi. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede annuncia verifiche sulle scarcerazioni determinate dall’epidemia di nuovo coronavirus.  

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Dap carceri: mafiosi in libertà?

Il guardasigilli Bonafede assicura di essere pronto a coinvolgere la Direzione nazionale antimafia e l’antiterrorismo, comprese le rispettive diramazioni sul territorio, in tutte le decisioni relative a istanze di scarcerazione di condannati per reati legati ai due ambiti di competenza degli organi. L’annuncio arriva dopo le polemiche incentrate sulla concessione degli arresti domiciliari ad alcuni boss di rango che sarebbe avvenuta nel quadro dell’emergenza coronavirus. Tra i più famosi, potrebbero essere addirittura una quarantina in tutto, Francesco Bonura, 78 anni, ex fedelissimo di Provenzano, con diversi problemi di salute tra cui un cancro al colon, in scadenza di pena a marzo 2021 (forse prima, per buona condotta), e lo ‘ndranghetista Vincenzino Iannazzo, 65 anni, reduce da un trapianto non andato bene.

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Il caso di Pasquale Zagaria

In queste ore, sono stati concessi gli arresti domiciliari anche a Pasquale “Bin Laden” Zagaria, fratello di Michele e contabile di spicco del clan dei Casalesi. Tuttavia, il suo caso – come gli altri – non sembra riguardare – se non indirettamente – l’epidemia. Infatti, Zagaria avrebbe bisogno di cure particolari che non gli possono essere somministrate nell’ospedale più vicino, a Sassari, perché al momento risulta trasformato in un centro Covid, inoltre, soffrirebbe di una patologia (un tumore) che lo espone con particolare rilevanza ai rischi della malattia trasmessa dal nuovo coronavirus. La sua situazione è servita al ministero per ricordare come le scarcerazioni legate all’emergenza sono state precluse in ogni caso ai condannati per reati di stampo mafioso o terroristico, d’altra parte, come si diceva, si sono resi opportuni degli accertamenti a tappeto sull’opera di coordinamento del Dap.

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Dubbi sorti anche prima delle rivolte

Il Dipartimento guidato da Francesco Basentini da molti esperti viene definito “allo sbando” anche da prima delle rivolte che si sono svolte in molte carceri italiane all’inizio dell’epidemia. Detto ciò, seppur vero che sono stati disposti gli arresti domiciliari per qualche migliaio di detenuti così da diminuire i rischi legati alla diffusione del Covid nelle carceri, non risulta che tali provvedimenti siano stati estesi a quelli in regime di 41-bis (quello che si applica ai mafiosi o giudicati tali, per capirsi) o condannati per reati gravissimi, per esempio, connessi al terrorismo. Dunque, ogni scarcerazione eventualmente riguardante boss mafiosi dovrebbe essere avvenuta nel rispetto dei diritti costituzionali alla salute e all’umanità della pena.

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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