Uscire dal comune fase 2: quando è possibile e cosa non è possibile fare

Pubblicato il 4 Maggio 2020 alle 20:24 Autore: Giuseppe Spadaro

Uscire dal Comune dal 4 maggio 2020 in base al DPCM 26 aprile. Tutto quello che c’è da sapere e le regole in caso di spostamento tra comuni e da una regione all’altra.

Auto della Polizia
Uscire dal comune fase 2: quando è possibile e cosa non è possibile fare

Uscire dal comune: il DPCM del 26 aprile è lo strumento con cui il governo ha dato il via alla fase 2, introducendo le tappe graduali dell’allentamento delle misure di contenimento adottate per evitare i contagi da coronavirus a fronte di un’emergenza sanitaria che ha colpito l’Italia a cavallo tra febbraio e marzo. Il 4 maggio è la prima delle tappe indicate.

Uscire dal comune fase 2, le raccomandazioni utili per evitare il contagio

La principale novità è stata rappresentata dalla possibilità di far visita ai congiunti (termine col quale vengono coinvolti familiari e amici). Domanda: è possibile spostarsi da un comune all’altro? Sì, a condizione che gli spostamenti siano motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute e si considerano necessari gli spostamenti per incontrare congiunti. Proprio l’accezione larga di congiunto rende più “facile” l’ipotesi di spostamento da un comune all’altro che però – è il caso di sottolinearlo – deve riguardare la stessa regione di residenza. Perché altrimenti scatta il divieto (qui un articolo su una serie di divieti ancora in vigore).

In ogni caso il governo raccomanda fortemente di limitare al massimo gli incontri con persone non conviventi, poiché questo aumenta il rischio di contagio. E ricorda che nel corso degli incontri devono essere rispettati: il divieto di assembramento, il distanziamento interpersonale di almeno un metro e l’obbligo di usare le mascherine per la protezione delle vie respiratorie.

Le regole per gli spostamenti tra regioni

Uscire dal comune fase 2 – Come dicevamo, continuano ad essere vietati gli spostamenti in una regione diversa rispetto a quella in cui attualmente ci si trova, salvo che per comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza ovvero per motivi di salute. Sempre a proposito di spostamenti, tra i chiarimenti forniti dal governo c’è anche la risposta alla domanda “chi si trova fuori dal proprio domicilio, abitazione o residenza potrà rientrarvi?”. Si: la risposta è affermativa. Il decreto prevede che sia in ogni caso consentito il rientro presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, anche se comporta uno spostamento tra regioni diverse.

Una volta che si sia fatto rientro presso il domicilio/abitazione/residenza è possibile spostarsi nuovamente al di fuori della Regione di domicilio/abitazione/residenza raggiunta? Solo a fronte di comprovate esigenze lavorative o assoluta urgenza o motivi di salute. Pertanto, una volta che si sia fatto rientro presso il proprio domicilio/abitazione/residenza anche provenendo da un’altra Regione (come consentito a partire dal 4 maggio 2020), non saranno più consentiti spostamenti al di fuori dei confini della Regione in cui ci si trova, qualora non ricorra uno dei motivi legittimi di spostamento più sopra indicati.

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L'autore: Giuseppe Spadaro

Direttore Responsabile di Termometro Politico. Iscritto all'Ordine dei Giornalisti (Tessera n. 149305) Nato a Barletta, mi sono laureato in Comunicazione Politica e Sociale presso l'Università degli Studi di Milano. Da sempre interessato ai temi sociali e politici ho trasformato la mia passione per la scrittura (e la lettura) nel mio mestiere che coltivo insieme all'amore per il mare e alla musica.
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