Il giallo del decreto “ad Legam”

Pubblicato il 30 Ottobre 2010 alle 06:32 Autore: Matteo Patané

Il 15 ottobre 2010 Vito Poli, Consigliere di Stato e presidente della commissione tecnica citata da Calderoli, ha scritto una lettera al Ministro e a Massimo Donadi, precisando che nessun componente del comitato scientifico ha proposto (o inserito del relativo elenco) l’abrogazione del Decreto Legislativo 43/1948. Si specifica inoltre nella lettera che l’inserimento di tale Decreto Legislativo nella lista delle leggi da abrogare è un errore materiale a causa della sua incoerenza giuridica con il Decreto Legislativo 179/2009, che al contrario mette il 43/1948 al posto 1.001 della lista delle leggi da non eliminare.
Tale conflitto avrebbe reso possibile considerare l’abrogazione, secondo quanto riportato nella lettera, come un errore materiale, giustificando così l’utilizzo di una rettifica in Gazzetta Ufficiale.
Lo stesso Ministero della Difesa, come riportato anche da News Sicurezza Difesa (che a sua volta cita l’ANSA) aveva richiesto tale rettifica, incontrando, ribadisce ancora la lettera, l’opposizione proprio del Ministro Calderoli.
La lettera termina citando alcune sentenze della Consulta e della Cassazione che avrebbero avallato l’utilizzo della strategia della correzione in Gazzetta.
Questi passaggi, uniti al fatto che il Decreto Legislativo 43/1948 era utilizzato – contrariamente alla sua obsolescenza citata da Calderoli – nel processo contro la Guardia Nazionale Padana, paiono smentire seccamente quanto riportato dal Ministro davanti al Parlamento.

Sembra essere, quindi, la parola di Poli contro quella di Calderoli.
Quando è stato inserita l’abrogazione contestata? Da chi? In una lettera inviata al Presidente della Camera Fini (FLI), Calderoli sostiene che l’abrogazione del Decreto Legislativo 43/1948 era stata presente anche nelle versioni preliminari di quello che sarebbe poi diventato il Decreto Legislativo 66/2010, e accusa di disattenzione i componenti della commisssione tecnica che ne hanno negato la presenza ed i parlamentari dell’opposizione che non hanno espresso rilievi in Aula. Inoltre attribuisce la paternità del Decreto Legislativo 66/2010 al Ministero della Difesa, rivendicando per sé il Decreto Legislativo 179/2009 che invece espressamente salvava la norma contestata.
Questo secondo passaggio pare essere tuttavia in contrasto con l’affermazione del Ministero della Difesa citata da Poli e confermata dall’ANSA.

Il file dell’Atto 165 del Senato, che dovrebbe contenere il testo del Decreto Legislativo così come è stato esaminato dalla Commissione Difesa, riporta tuttavia l’abrogazione del 43/1948, esattamente come sostiene il Ministro. E, sempre come sostiene il Ministro, nella discussione in Commissione non vi è traccia di interventi legati a tale abrogazione, in special modo da parte del Senatore Caforio, esponente dell’Italia dei Valori. Questo fatto dimostra l’eguaglianza tra il testo esaminato dal Senato e quello licenziato dal Consiglio dei Ministri: se ci sono state variazioni tra il parere della commissione tecnica e la legge, queste sono avvenute prima della presentazione del documento al Senato.

Cosa è successo, in realtà? Anche unendo i fatti certi alle dichiarazioni, l’aperta opposizione tra la lettera di Poli e le parole di Calderoli rende impossibile ricostruire una storia coerente, e la vicenda assume sempre più le sfumature del giallo…

Matteo Patané

(Blog dell’autore: Città Democratica)

Per commentare su questo argomento clicca qui!

L'autore: Matteo Patané

Nato nel 1982 ad Acqui Terme (AL), ha vissuto a Nizza Monferrato (AT) fino ai diciotto anni, quando si è trasferito a Torino per frequentare il Politecnico. Laureato nel 2007 in Ingegneria Telematica lavora a Torino come consulente informatico. Tra i suoi hobby spiccano il ciclismo e la lettura, oltre naturalmente all'analisi politica. Il suo blog personale è Città democratica.
Tutti gli articoli di Matteo Patané →