Irpinia, il terremoto che cambiò l’Italia

Pubblicato il 24 Novembre 2010 alle 14:15 Autore: Giuseppe Ceglia
irpinia

Il sisma del 1980, per la maggioranza dell’opinione pubblica, è stato soldi, cemento, lacrime, sangue, raggiri, truffe, promesse e ruberie che hanno alimentato l’odio dei settentrionali verso i meridionali. Anche grazie al terremoto e alle sue degenerazioni, Umberto Bossi ha costruito la Lega Nord. Sul populismo antimeridionale, e sulla contrapposizione tra Settentrione (lontano dalle poltrone di Roma, onesto, lavoratore, che paga le tasse, indipendente e autonomo) e Mezzogiorno (presente in tutte le poltrone, furbo, scansafatiche, sanguisuga statale, dipendente e parassita), il Senatur ha con il tempo soppiantato la Dc padana e ne ha preso il posto. Perdendo la memoria che gli conveniva perdere. Permettendo ai meravigliosi e solidali “angeli del terremoto” di diventare secessionisti.

Dimenticando di quando le migliori aziende del Nord, dalla Parmalat alla Zuegg hanno “colonizzato” l’Irpinia, contribuito a prosciugare le casse statali e perpetrato uno scempio che a trent’anni dal sisma è bene tener presente. Come è bene non dimenticare quei 2.914 corpi esanimi – donne, bambini, anziani, uomini, con un nome, un cognome e una vita spezzata – su cui hanno marciato tutti, senza un briciolo di rispetto.

Giuseppe Ceglia

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