Sondaggi TP: 1 italiano su 2 non ha minimamente fiducia in Giorgia Meloni

Pubblicato il 10 Maggio 2024 alle 08:45 Autore: Alessandro Faggiano
sondaggi TP guerra in Ucraina

Sondaggi TP: 1 italiano su 2 non ha minimamente fiducia in Giorgia Meloni

Torniamo con il nostro consueto sondaggio settimanale basato sulle principali notizie di attualità politica sia interna che estera. Questa settimana, dal lato interno, focus sull’arresto di Toti, presidente della Regione Liguria e figura di spicco del centrodestra. Per la politica estera, domande sulla guerra in Ucraina e sull’operazione militare di Israele a Rafah e gli obiettivi nella striscia di Gaza.

Sondaggi TP arresto Giovanni Toti e corruzione: non tutte le forze politiche hanno la stessa predisposizione

Cominciamo proprio dal tema di maggior attualità politica, quella dell’uragano giudiziario che ha travolto Giovanni Toti, arrestato per corruzione, e posto agli arresti domiciliari. A partire da questa vicenda, chiediamo se tutte le forze politiche abbiano la stessa predisposizione alla corruzione.

La risposta maggioritaria (poco più di una persona su tre) è quella che vede la corruzione del singolo e non del partito, che in questo caso è ininfluente. Per un 17,5% è connaturato ai politici e per un altro 17% si vincola alla stessa natura dell’animo umano, al di là della professione. Sommando le due risposte, anche qui si ottiene un terzo del campione che punta ad una risposta non schierata. Infine, c’è un 21,5% che ritiene che la corruzione sia più diffusa nel centrodestra. Un 7,2% la ritiene più diffusa, invece, dall’altro lato: nel centrosinistra.

sondaggi tp arresto Toti e corruzione
sondaggi TP arresto Toti e corruzione

Israele, che obiettivi nella striscia di Gaza?

Andiamo in Medio Oriente e passiamo alla terribile guerra in Palestina. Israele ha invaso Rafah e ci sono stati dei primi segnali di apertura da parte di Hamas per un cessate il fuoco. Abbiamo chiesto circa gli obiettivi reali di Israele. Il campione si divide in maniera abbastanza eterogenea, anche se la risposta che spicca più di tutte (37,6%) è quella che vede la volontà da parte di Israele di forzare all’esodo una parte della popolazione palestinese per allargare il proprio territorio e installare altri coloni. Un 15,3% crede che non ci sia nemmeno un piano preciso ma che sia solo un modo, per Netanyahu, di prendere tempo e non perdere il potere. Un 9,9% crede che, pur non volendo occupare la striscia, Israele voglia indebolire a tal punto la popolazione e le infrastrutture al punto da sottometterle de facto. Dall’altra parte, tra chi crede a posizioni più “genuine”, c’è un 20,7% (la seconda risposta più frequente) che ritiene che Israele stia cercando di distruggere Hamas e mettere in sicurezza la striscia, anche a costo di occuparla per un periodo. Un 12,1%, similmente, afferma che Israele voglia solo combattere Hamas per evitare il ripetersi di attacchi terroristici e che non sia intenzionata ad occupare la striscia.

sondaggi TP obiettivi Israele a Gaza
sondaggi TP obiettivi Israele a Gaza

Sondaggi TP: la pace in Ucraina non arriva per colpa dell’Occidente

Continuando sul sentiero della politica estera arriviamo all’Ucraina. Abbiamo chiesto di chi sia la responsabilità del proseguio della guerra. O meglio: del perché non si sia ancora giunti alla pace. La risposta che vede le maggiori responsabilità in Putin e nella Russia è quella più frequente (37,2%), ma pesa maggiormente, nel complesso, la responsabilità del blocco occidentale e filo-ucraino. Un buon 33,4% ritiene che la responsabilità principale sia da attribuire a UE, UK e USA perché hanno interesse nel mantenere aperto questo conflitto. Una minoranza (7,2%) riconosce gli stessi “colpevoli” ma per una ragione molto diversa: ovvero, quella di non fornire abbastanza aiuti militari all’Ucraina. Infine, c’è un 15,6% che ritiene che siano proprio Zelensky e l’Ucraina ad impedire la pace, in quanto non cercano alcun tipo di accordo.

sondaggi TP guerra in Ucraina
sondaggi TP guerra in Ucraina

E la Cina?

Chiudiamo con un altro attore chiave della politica internazionale: la Cina. Abbiamo chiesto ai nostri lettori cosa pensano del ruolo della Cina oggi. Per un 38,1%, nonostante si tratti di un regime autoritario, può avere una funzione positiva per determinare un equilibrio e impedire possibili guerre. Un 11,4% crede che sia molto positivo l’affermazione del Dragone come potenza alternativa e che si tratti di una grande opportunità per l’Italia stessa. Dall’altra parte, c’è un 23,2% che ritiene la Cina un attore negativo ma che proprio per questo converrebbe mantenere rapporti costruttivi e solidi. Infine, una percentuale estremamente simile (23,4%) vede nella Cina un avversario da combattere e che bisognerebbe contrastarla con molta maggior decisione.

QUI, IL SONDAGGIO ESCLUSIVO DELLA SCORSA SETTIMANA

Sondaggi elettorali TP: Fratelli d’Italia continua a calare e recuperano i suoi alleati

Chiudiamo con le intenzioni di voto e la fiducia in Giorgia Meloni. Il dato che spicca maggiormente è l’ennesimo calo, abbastanza marcato, del primo partito d’Italia. FDI cala al 27% perdendo altri tre decimi. Il M5S recupera (+0,3%) mentre il PD è in flessione (-0,2%). Crescono all’unisono Lega e Forza Italia, entrambe che fanno registrare un +0,2%. Tra i partiti minori, c’è un buon recupero di AvS (Sinistra/Verdi) che fa registrare +0,3% e si avvicina alla soglia del 4%.

Fiducia in Giorgia Meloni: 1 persona su 2 non ha la minima fiducia nel premier

Così come cala FDI nelle intenzioni di voto, così la fiducia in Giorgia Meloni scende verso nuovi record negativi. Per la prima volta tocca un 50% di persone che non hanno la minima fiducia nella leader di Fratelli d’Italia. Poi, un 11% che ha poca fiducia. Dall’altra parte, un 23,5% ha molta fiducia e un 15,2% dichiara di avere abbastanza fiducia.

fiducia Meloni 10 maggio 2024
fiducia Meloni 10 maggio 2024

Nota metodologica: Sondaggio realizzato con Metodo CAWI, 3.900 interviste realizzate tra il 7 e il 9 maggio 2024

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L'autore: Alessandro Faggiano

Caporedattore di Termometro Sportivo e Termometro Quotidiano. Analista politico e politologo. Laureato in Relazioni Internazionali presso l'Università degli studi di Salerno e con un master in analisi politica conseguito presso l'Universidad Complutense de Madrid (UCM).
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