Un Parlamento bloccato
Il fenomeno può in effetti essere percepito comparando l’approvazione delle leggi su base mensile.
Come mostra il grafico, a partire da luglio 2010, ovvero dai primi screzi tra Berlusconi e Fini, l’attività legislativa del Parlamento ha iniziato progressivamente a scendere sotto i livelli degli anni precedenti, a riprova della sopraggiunta incapacità del potere legislativo di legiferare in maniera autonoma dalle proposte derivanti dal Governo.
L’attività parlamentare si è dunque ridotta alla mera certificazione dell’esistenza di una maggioranza in grado di sostenere il Governo, ma dai dati emerge innegabilmente l’inesistenza di una maggioranza in grado di lavorare per il Paese. La paralisi che dalla seconda metà del 2010 ha iniziato a colpire il Parlamento, culminata nell’inattività pressoché totale di gennaio 2011 (e in quella veramente totale di questa prima metà di febbraio) è il sintomo della malattia istituzionale che divora il Paese, del tifo da stadio a cui preme sapere solo se Berlusconi ha i numeri o meno per restare in sella senza interrogarsi sulla reale capacità di riformare l’Italia che il Parlamento potrebbe esprimere e non sta esprimendo.
Matteo Patané
(Blog dell’autore: Città Democratica)