Cronache dalle piazze per la Costituzione

Pubblicato il 16 Marzo 2011 alle 09:52 Autore: Francesca Petrini
costituzione

L’evento principale è stato organizzato a Roma, con la partecipazione di circa venticinquemila persone, sempre secondo i dati della questura. Una bandiera tricolore grande 60 mq ha aperto il corteo romano che è sfilato per le vie del centro, partendo da piazza della Repubblica al grido di “Viva l’Italia”, e dirigendosi verso Piazza del Popolo, dove è stato allestito un palco la cui scenografia era tanto semplice quanto suggestiva: “E’ viva la Costituzione”. Qualche momento di tensione quando gli studenti provenienti dalla Sapienza hanno cercato di raggiungere prima Piazza di Spagna e poi, dopo aver attraversato la folla in piazza del Popolo, hanno proseguito sul lungotevere, dirigendosi prima verso il Vaticano e poi tornando indietro fino alla Bocca della Verità, al Circo Massimo. La manifestazione, aperta e conclusa in piazza del Popolo con l’Inno di Mameli, ha visto la partecipazione ed il sostegno di molti gruppi ed associazioni: Articolo 21, promotore con altri della giornata a difesa della Carta, il Popolo viola, la Cgil, le associazioni dei docenti, dei genitori, la Rete e l’Unione degli Studenti, e poi esponenti di partito senza bandiere, tantissimi anziani. Sin dagli inizi, è stato chiaro il messaggio che si voleva lanciare: la dedica e il minuto di silenzio in memoria delle vittime del cataclisma giapponese è stato infatti accompagnato dalle parole di Aiga Nasawa, “un’amica” della Costituzione, la quale ha detto al microfono, emozionatissima: “Le fondamenta del mio Paese sono scosse, le vostre fondamenta sono la Costituzione”. Ha commosso poi il giornalista libico Farid Adly il quale, ricordando piazza Tahrir e la ultra 40enne dittatura libica, ha chiesto ai “cittadini” di non permettere che distruggano una “cosa bellissima”, la Costituzione.

la costituzione

Intervento poi del costituzionalista Alessandro Pace il quale, nel trattare degli articoli 1 e 2 della Costituzione, ha detto: “I limiti esistono per i magistrati, come ora si pretende, ma anche per i parlamentari e per il presidente del Consiglio”. E poco dopo, introdotto dall’articolo 101 della Carta, la piazza ha accolto con un grande applauso Antonino Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo. “La vostra partecipazione – esordisce il magistrato – dimostra che avete capito che la riforma della giustizia è in realtà una controriforma. Che non è solo una questione di carriere separate o di procedure disciplinari. La posta il gioco è molto più alta e riguarda tutti. Se dovesse passare questa controriforma della giustizia – ha poi affermato – avremmo uno stato di diritto azzoppato. Se il potere giudiziario viene schiacciato dal potere esecutivo, che vuole conquistare il controllo diretto dell’esercizio dell’azione penale, di fatto i cittadini non saranno più uguali di fronte alla legge e non lo saranno all’interno della Costituzione”.

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L'autore: Francesca Petrini

Dottoranda in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparte, si è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed ha conseguito il titolo di Master di II livello in Istituzioni parlamentari per consulenti d´Assemblea.
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