Cronache dalle piazze per la Costituzione
L’evento principale è stato organizzato a Roma, con la partecipazione di circa venticinquemila persone, sempre secondo i dati della questura. Una bandiera tricolore grande 60 mq ha aperto il corteo romano che è sfilato per le vie del centro, partendo da piazza della Repubblica al grido di “Viva l’Italia”, e dirigendosi verso Piazza del Popolo, dove è stato allestito un palco la cui scenografia era tanto semplice quanto suggestiva: “E’ viva la Costituzione”. Qualche momento di tensione quando gli studenti provenienti dalla Sapienza hanno cercato di raggiungere prima Piazza di Spagna e poi, dopo aver attraversato la folla in piazza del Popolo, hanno proseguito sul lungotevere, dirigendosi prima verso il Vaticano e poi tornando indietro fino alla Bocca della Verità, al Circo Massimo. La manifestazione, aperta e conclusa in piazza del Popolo con l’Inno di Mameli, ha visto la partecipazione ed il sostegno di molti gruppi ed associazioni: Articolo 21, promotore con altri della giornata a difesa della Carta, il Popolo viola, la Cgil, le associazioni dei docenti, dei genitori, la Rete e l’Unione degli Studenti, e poi esponenti di partito senza bandiere, tantissimi anziani. Sin dagli inizi, è stato chiaro il messaggio che si voleva lanciare: la dedica e il minuto di silenzio in memoria delle vittime del cataclisma giapponese è stato infatti accompagnato dalle parole di Aiga Nasawa, “un’amica” della Costituzione, la quale ha detto al microfono, emozionatissima: “Le fondamenta del mio Paese sono scosse, le vostre fondamenta sono la Costituzione”. Ha commosso poi il giornalista libico Farid Adly il quale, ricordando piazza Tahrir e la ultra 40enne dittatura libica, ha chiesto ai “cittadini” di non permettere che distruggano una “cosa bellissima”, la Costituzione.
Intervento poi del costituzionalista Alessandro Pace il quale, nel trattare degli articoli 1 e 2 della Costituzione, ha detto: “I limiti esistono per i magistrati, come ora si pretende, ma anche per i parlamentari e per il presidente del Consiglio”. E poco dopo, introdotto dall’articolo 101 della Carta, la piazza ha accolto con un grande applauso Antonino Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo. “La vostra partecipazione – esordisce il magistrato – dimostra che avete capito che la riforma della giustizia è in realtà una controriforma. Che non è solo una questione di carriere separate o di procedure disciplinari. La posta il gioco è molto più alta e riguarda tutti. Se dovesse passare questa controriforma della giustizia – ha poi affermato – avremmo uno stato di diritto azzoppato. Se il potere giudiziario viene schiacciato dal potere esecutivo, che vuole conquistare il controllo diretto dell’esercizio dell’azione penale, di fatto i cittadini non saranno più uguali di fronte alla legge e non lo saranno all’interno della Costituzione”.
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