Cronache dalle piazze per la Costituzione

Pubblicato il 16 Marzo 2011 alle 09:52 Autore: Francesca Petrini
costituzione

Lo scrittore e magistrato Giancarlo De Cataldo ha spiegato l’attacco alla cultura con la “paura della diffusione di  idee” che non si allineano alla propaganda. Ascanio Celestini ha ricordato i moti del 1848 e la Repubblica romana, che si diede una Costituzione diventata, 100 anni dopo, base dell’attuale testo. E vibrava di passione Monica Guerritore mentre ricordava l’articolo 4 della Costituzione, il diritto e il dovere dei cittadini di concorrere al progresso materiale e – ha sottolineato – spirituale.

E arrivato infine il momento della scuola pubblica: aperta a tutti, gratuita e obbligatoria nei gradi inferiori, che premia e sostiene i meritevoli che non hanno mezzi a sufficienza, o almeno così dovrebbe essere. La realtà delle ultime manovre finanziarie oggi dice il contrario e Silvia Calamandrei ha rievocato ancora una volta la profezia partorita nel 1950 dalla mente dello zio Piero, uno dei maggiori tra i Padri costituenti che scrissero la Carta fondamentale: “Se un partito vuole introdurre una larvata dittatura, deve abbattere l’imparzialità della scuola pubblica. Come? Impoverendo i loro bilanci, allentando i controlli sui privati e dirottando verso di loro le risorse pubbliche”. Marina D’Altri, del coordinamento genitori di Bologna, ha denunciato poi i tagli alla scuola pubblica e la vergogna dei fondi pubblici dirottati su istituti privati che “un migrante non potrà mai frequentare”. E poi ancora è il “maestro di strada” Marco Rossi Doria, che insegna ai ragazzi dei Quartieri spagnoli di Napoli, ad urlare alla piazza il comma 2 dell’articolo 3 della Costituzione: “È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese”.

A unire tutti, soprattutto “studenti e operai”, arriva infine Roberto Vecchioni che offre alla piazza “Chiamami ancora amore”, canzone trionfatrice al festival di Sanremo, perfetto inno di quest’altra Italia che, come recita il testo, si dice convinta “che questa maledetta notte dovrà pur finire…”. Ma Vecchioni canta anche “Sogna ragazzo sogna”, traccia che di tutta la carriera artistica dell’autore forse lo rappresenta di più come uomo, come professore, come pensatore: è un incitamento a non lasciarsi andare, a riflettere, a mettersi in discussione; è una esortazione rivolta ai giovani, magari i suoi allievi, a non vivere passivamente, a non tralasciare i sentimenti ma a coltivarli, a correre qualche rischio pur di affermare le proprie idee.

 


Art. 1 Cost.: “L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

Art. 2 Cost.: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.

Art. 101 Cost.: “La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge”.

Art. 4 Cost.: “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un’attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società”.

Art. 34 Cost.: “La scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso”.

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L'autore: Francesca Petrini

Dottoranda in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparte, si è laureata in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali ed ha conseguito il titolo di Master di II livello in Istituzioni parlamentari per consulenti d´Assemblea.
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