Contributi fondo perduto indebito: via ai controlli dell’Agenzia Entrate. I rischi

Pubblicato il 22 Luglio 2020 alle 13:19 Autore: Guglielmo Sano

Contributi fondo perduto: Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza verso la sigla di un protocollo di intesa volto ad irrigidire i controlli

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Contributi fondo perduto indebito: via ai controlli dell’Agenzia Entrate. I rischi

Contributi fondo perduto: Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza verso la sigla di un protocollo di intesa volto ad irrigidire e rendere più efficaci i controlli. Cosa si rischia in caso di frode?

Contributi fondo perduto: 80% delle risorse già erogato

Contributi fondo perduto: il canale per la richiesta è stato aperto poco più di un mese fa, l’AdE ha già erogato oltre 4 miliardi di euro per la misura a sostegno delle imprese maggiormente colpite dai contraccolpi economici dell’emergenza coronavirus. Considerando che il Decreto Rilancio ha previsso lo stanziamento di 5 miliardi di euro in tutto per l’operazione: si più dire che più dell’80% del plafond complessivo è stato utilizzato. Il termine ultimo per accedere al contributo resta fissato al giorno 13 agosto.

Verso l’irrigidimento dei controlli

In parallelo, il Fisco ha avviato i controlli sui beneficiari delle risorse grazie all’incrocio dei dati presenti nelle banche dati della Pubblica Amministrazione. Oltre all’individuazione di soggetti che non rispettavano i requisiti richiesti, sono state rilevate alcune situazioni ben più pericolose: una percentuale evidentemente non trascurabile di richiedenti erano già noti alla giustizia per precedenti di frode fiscale. Insomma, visto che l’illecito sembra essere dietro l’angolo, Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza stanno per siglare un protocollo d’intesa per irrigidire e rendere più efficaci i controlli relativi all’erogazione delle risorse, come già previsto tra l’altro dall’articolo 25 del Decreto Rilancio.

Chi rischia di più?

Contributi fondo perduto: chi rischia di più nel quadro di un irrigidimento dei controlli? Per quello che si può appurare, le verifiche si stanno attualmente concentrando su quelle partite Iva che, rimaste inattive per anni, si sono “risvegliate” con la presentazione della richiesta. Bisogna ricordare che le verifiche sulle erogazioni potranno essere condotte per i successivi 8 anni; i contributi non spettanti saranno recuperati dall’AdE: il richiedente oltre a restituire la somma percepita indebitamente si vedrà applicata una sanzione compresa tra il 100% e il 200% dell’importo non spettante più gli interessi, scatta anche una sanzione penale (reclusione da 6 mesi a 2 anni).

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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