Asteroide 2 novembre 2020: potrebbe colpire la Terra, ma non è da temere

Pubblicato il 26 Agosto 2020 alle 09:00 Autore: Daniele Sforza

Asteroide 2 novembre 2020 sale nel trend delle ricerche degli utenti curiosi: però ci sono poche possibilità che possa colpirci, non c’è da aver paura.

Asteroide 2 novembre 2020
Asteroide 2 novembre 2020: potrebbe colpire la Terra, ma non è da temere

Asteroide 2 novembre 2020: alla vigilia delle elezioni USA, una asteroide potrebbe colpire la Terra. Sarebbe il coronamento di un anno già abbastanza catastrofico di per sé, ma in realtà non c’è molto di cui preoccuparsi. Il nome dell’asteroide è 2018VP1 (è stato scoperto nel 2018) ed è noto anche come Election Day, proprio perché sfiorerà la Terra il giorno prima delle presidenziali americane. A ogni modo sono poche le possibilità che l’asteroide possa colpire il nostro pianeta: si tratta solo di 1 su 240, ovvero dello 0,41% di possibilità. Una percentuale maggiore rispetto ad altri asteroidi che ci sono passati vicini, ma il motivo per cui non c’è nulla di cui preoccuparsi c’entra con le dimensioni del corpo celeste.

Asteroide 2 novembre 2020: perché non dobbiamo preoccuparci di 2018VP1

Scoperto a circa cinquecento mila chilometri di distanza dalla Terra, 2018VP1 presenta un diametro di circa 2 metri e viaggia alla velocità di 2 chilometri al secondo. Qualora dovesse davvero colpirci, le sue dimensioni non gli permetterebbero di penetrare l’atmosfera indisturbato, anzi. Il corpo celeste andrebbe a disintegrarsi nell’impatto con l’atmosfera terrestre, del tutto, o comunque in gran parte, non risultando in grado di arrecare danni alla Terra e quindi a noi. Se proprio dovesse avvenire il peggio, ovvero l’impatto con il nostro pianeta, ci sarebbe un semplice botto, con la meteora che ci apparirebbe molto luminosa anche in pieno giorno. Nessun motivo di preoccupazione, insomma.

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Non è un caso che la Nasa non lo abbia classificato tra gli oggetti potenzialmente pericolosi: per entrare in questa particolare lista, infatti, bisognerebbe avere un diametro che superi almeno i 140 metri, ovvero circa 138 in più rispetto a quelli che possiede 2018VP1. Tanto per farsi un’idea, l’asteroide che portò all’estinzione dei dinosauri aveva un diametro di ben 10 chilometri. Quello dell’evento di Tunguska, caduto nel 1908 in una foresta siberiana, aveva un diametro compreso tra 30 e 60 metri.

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