Pensioni ultime notizie: stop Quota 100, le parole di Cazzola

Pubblicato il 1 Ottobre 2020 alle 07:30 Autore: Daniele Sforza
Pensioni ultime notizie stop Quota 100

Pensioni ultime notizie: stop Quota 100, le parole di Cazzola

Pensioni ultime notizie: in un interessante articolo pubblicato su IlSussidiario.net, Giuliano Cazzola afferma che lo stop a Quota 100 confermato (per l’ennesima volta) dal premier Giuseppe Conte lo scorso weekend non è certo una novità. Che Quota 100 avesse un termine era noto sin dall’inizio: perfino lo stesso Salvini, che minaccia guerre contro chi tocca Quota 100 e vuole tornare alla Fornero, lo sapeva, visto che il vero obiettivo era Quota 41 per tutti, ovvero uscire con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età anagrafica, e che Quota 100 era solo una misura ponte.

Pensioni ultime notizie: Quota 100 terminerà il 31 dicembre 2021

Insomma, non c’è nulla di nuovo nello stop a Quota 100, che non sarà cancellata anzitempo, come alcuni esponenti politici volevano, ma di fatto andrà a scadenza naturale, terminando il 31 dicembre 2021. Ora, a partire dal 1° gennaio 2022, a cose immutate, si andrebbe a creare uno scalone di 5 anni per andare in pensione (67 anni di età anagrafica per l’ordinaria, 42 anni e 10 mesi – 1 anno in meno per le donne – per la pensione anticipata).

Proroghe Ape Social e Opzione Donna nel 2021

Le novità per il prossimo anno sul fronte previdenziale sono la solita routine, ovvero il rinnovo di Ape sociale e Opzione Donna, mentre continuano e continueranno per tutto l’anno prossimo ad animare il dibattito le discussioni sulla riforma generale del sistema previdenziale. Mentre i sindacati pensano a un’uscita a 62 anni di età anagrafica o a 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica, l’obiettivo lapalissiano è quello di ridurre la spesa pensionistica. Per questo si parla di una penalizzazione sull’importo per una possibile uscita con 64 anni di età e 38 di contributi.

Quota 100 e reddito di cittadinanza: due fallimenti del governo Conte I?

Resta il fatto, spiega Cazzola, “che la spesa pensionistica è prossima al 17% del Pil; il che significa che parecchie misure che hanno comportato sacrifici in nome di un minore squilibrio del sistema pensionistico sono state buttate nel cestino”. In verità, molto di quanto fatto nel governo Conte I sembra avere la stessa fine (nel cestino). Così il reddito di cittadinanza, che sarà rivisto per favorire e agevolare maggiormente la funzione sociale di trovare un’occupazione, abbandonando invece la mera funzione assistenzialista che finora è stata. Almeno questo è nelle intenzioni.

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L'autore: Daniele Sforza

Romano, classe 1985. Dal 2006 scrivo per riviste, per poi orientarmi sulla redazione di testi pubblicitari per siti aziendali. Quindi lavoro come redattore SEO per alcune testate online, specializzandomi in temi quali lavoro, previdenza e attualità.
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