Cassa integrazione 2021: proroga di 18 mesi in arrivo, le categorie

Pubblicato il 16 Ottobre 2020 alle 15:16 Autore: Claudio Garau
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Cassa integrazione 2021: proroga di 18 mesi in arrivo, le categorie

Il flusso di novità normative in tema di cassa integrazione causa Covid, prosegue e, in vista del prossimo anno, è prevista l’estensione della copertura offerta dalla misura in oggetto che – lo ricordiamo – consiste in uno dei principali ammortizzatori sociali previsti dalle norme del diritto del lavoro e dà luogo ad una prestazione economica, versata a favore dei lavoratori con orario ridotto rispetto a quello ordinario, o sospesi dall’obbligo di svolgere la prestazione lavorativa. Vediamo insomma cos’è previsto per fine anno e per la parte iniziale del 2021.

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Cassa integrazione Covid a condizione di non licenziare

Come appena anticipato, la cassa integrazione Covid sarà valevole anche il prossimo anno, ma non sarà attribuita a tutti i lavoratori: infatti, con buona probabilità, sarà riservata ai settori più in crisi, come ad es. la ristorazione, alberghi e strutture turistiche. Avrà anche la caratteristica di essere retroattiva, come già nella stessa proroga prevista dall’art. 1 del decreto Agosto, ora convertito nella legge n. 126 del 2020, da poco in vigore.

Insomma, nelle intenzioni dell’attuale Esecutivo è il prolungamento della cassa integrazione Covid, da introdursi nella prossima legge di bilancio. Ma l’uso della CIG resterebbe subordinato al divieto di licenziare i lavoratori: permarrebbe insomma la condizione già ora applicata, per la quale se un datore di lavoro si avvale delle norme sulla cassa integrazione, non potrà recedere nei confronti del personale stipendiato, per tutto il periodo di fruizione dell’ammortizzatore.

Retroattività e finalità dell’estensione

Come accennato, la cassa integrazione covid sarà retroattiva: la legge di bilancio entrerà in vigore dal primo gennaio 2021, ma le aziende che, per fondate ragioni, mettono i lavoratori in cassa integrazione, potranno coprirli già da metà del mese di novembre, ovvero dal periodo in cui termineranno le 18 settimane di cassa integrazione Covid in vigore in questo momento, così come stabilito dal decreto Agosto, che già rese retroattiva la cassa integrazione al 13 luglio.

Sul tavolo fino a 5 miliardi di euro per coprire il periodo ulteriore di cassa integrazione, allo scopo di supportare economicamente, da un lato, le imprese che termineranno a novembre le 18 settimane di proroga della CIG e di impedire che, dall’altro lato, vi siano datori di lavoro che decidano di licenziare. Infatti, chi si avvale dell’ammortizzatore – come suddetto – non può licenziare.

Ma lo stop ai licenziamenti, attivo dal 23 febbraio, finirà il 31 dicembre e con tutta probabilità non sarà ulteriormente allungato, anche per problemi di legittimità costituzionale. C’è da dire però che questa ulteriore estensione della CIG potrebbe certamente rappresentare un “salvagente” contro il sacrificio di non pochi posti di lavoro.

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Concludendo, la proroga della durata dell’ammortizzatore cassa integrazione – forse altre 18 settimane – appare ormai certa, stando alle indicazioni che emergono dal Governo che, in questi giorni, sta inoltre procedendo nella direzione della conferma del taglio del cuneo fiscale anche per i redditi tra 28mila e 40mila euro, degli sgravi contributivi speciali per le aziende del meridione e dell’esonero contributivo al 100% per l’assunzione dei giovani con contratto a tempo indeterminato. A questo punto, non resta dunque che attendere i prossimi provvedimenti, ovvero che le misure discusse e progettate, siano ufficializzate e messe nero su bianco.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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