Palestre e piscine chiuse per coronavirus: fino a quando e perché

Pubblicato il 26 Ottobre 2020 alle 14:24
Aggiornato il: 10 Novembre 2020 alle 17:14
Autore: Guglielmo Sano
Pesi

Palestre e piscine chiuse per coronavirus: fino a quando e perché

Con il nuovo Dpcm sul contenimento dell’epidemia, scatta una nuova chiusura per palestre e piscine. A nulla sembrano valsi gli sforzi di un’intera categoria per mettersi al passo con le regole di sicurezza: eppure non si ha notizia di un solo focolaio scoppiato nei centri sportivi.

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Palestre e piscine: la nuova chiusura

Con il nuovo Dpcm in vigore da lunedì 26 ottobre fino al 24 novembre scatta la chiusura per palestre e piscine e per tutti i centri sportivi. L’illusione di poter rimanere aperti è durata meno di una settimana: il Presidente del Consiglio Conte, infatti, aveva dato sette giorni di tempo ai gestori (ancora non del tutto a norma) per mettersi in regola con le norme anti-contagio. Molti hanno investito altre risorse affinché fosse tutto ben collaudato per garantire la sicurezza ma, alla fine, questi sforzi non sembrano essere serviti. I centri sportivi stavano provando a riacquistare il 30-35% di clientela persa dopo il lockdown nazionale, in pratica, le difficoltà economiche post prima ondata erano tutt’altro che superate. Adesso, con la nuova chiusura, il destino di moltissimi centri sportivi sembra appeso a un filo. In ballo c’è un milione di posti di lavoro.

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Eppure “non si è registrato nessun focolaio”

A farsi portavoce della sofferenza di palestre e piscine, il Presidente dell’Anif, l’Associazione nazionale Impianti sportivi e Fitness, Giampaolo Duregon. “Già il DPCM che concedeva una settimana a palestre, piscine per adeguare le poche strutture ancora non a norma, era suonato come una condanna. In molti hanno iniziato a disertarli, nonostante i rigidi protocolli applicati sin da maggio e i controlli con esiti positivi di ASL e NAS fatti in tutta quest’ultima settimana. Nessuna palestra o piscina è mai risultato essere focolaio di contagi – ha spiegato Duregon alla Gazzetta dello Sport – Ora l’agonia è terminata e con essa la vita di molte strutture: non riapriranno, non avranno più la forza. E con loro spariranno tanti posti di lavoro. Si teme che si allunghino i tempi… anche a marzo le settimane previste erano all’inizio solo tre”.  

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L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
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