Calciatore africano: il mestiere più brutto del mondo del pallone

Pubblicato il 21 Dicembre 2016 alle 17:11 Autore: Guglielmo Sano

Calciatore africano: il mestiere più brutto del mondo del pallone

Quanti giovani africani sognano di ripercorrere le eroiche gesta di Samuel Eto’o e Didier Drogba? La risposta è semplice: tantissimi, da Marrakesh a Città del Capo, senza bisogno di scomodare la retorica sul pallone come mezzo per uscire dalla miseria, economica in primis, che sembra attanagliare il continente africano. Dall’ultimo rapporto della FIFPro, d’altra parte, si evince che proprio l’Africa è il posto più difficile per fare il calciatore.

Calciatore africano: il mestiere più brutto del mondo

La Federazione internazionale dei calciatori professionisti ha esaminato un campione di giocatori provenienti da 13 campionati africani. In tutti, senza eccezioni, gli stipendi (in media 300 dollari al mese) vengono erogati in ritardo. Il problema è più grave in Gabon dove il 96% degli intervistati ha riferito il problema. Segue la Tunisia (94%), dove molti club sono legati a imprenditori del settore turistico i cui affari sono calati a causa del pericolo attentati. Stando al rapporto, il ritardo nei pagamenti sarebbe alla base di una corruzione diffusa.Il 10% circa dei giocatori intervistati ha dichiarato di essere a conoscenza di vari match truccati.

Gravissimo il problema della documentazione legata ai contratti che spesso non esiste proprio. Secondo il rapporto, nella Repubblica Democratica Del Congo l’89% dei calciatori professionisti non ha un contratto scritto. L’85% dei giocatori con un contratto ha affermato di non averne una copia. Nel 29% dei casi un giocatore africano deve allenarsi 7 giorni su 7.

Capitolo “sicurezza personale”. Sempre nella Repubblica Democratica del Congo, il 35% dei giocatori intervistati ha ammesso di essere stato minacciato da parte dei tifosi, uno su 4 ha detto di aver subito atti di violenza dai propri supporter. Forse, non c’è neanche bisogno di dire che nella maggior parte dei casi i giocatori sono costretti a farsi personalmente carico delle spese mediche in caso di infortunio. Oltre il 50% degli intervistati in Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Marocco, Costa D’Avorio, Namibia e Botswana ha dichiarato di essere insoddisfatto del supporto medico fornito dal proprio club.

L'autore: Guglielmo Sano

Nato nel 1989 a Palermo, si laurea in Filosofia della conoscenza e della comunicazione per poi proseguire i suoi studi in Scienze filosofiche a Bologna. Giornalista pubblicista dal 2018 (Odg Sicilia), si occupa principalmente di politica e attualità
Tutti gli articoli di Guglielmo Sano →