Funivia Mottarone: arrivano le prime ammissioni di responsabilità

Pubblicato il 26 Maggio 2021 alle 12:31 Autore: Claudio Garau
Denuncia, querela e procedimento penale: la differenza e cosa cambia

Funivia Mottarone: arrivano le prime ammissioni di responsabilità

Nelle ultime ore sembra esservi stata una decisiva svolta, per quanto riguarda il caso della funivia Mottarone. Infatti sono tre le persone fermate nella notte per l’inchiesta inerente la tragedia avvenuta domenica 23 maggio.

I provvedimenti sono stati emessi nei confronti del titolare dell’impresa che gestisce la funivia Mottarone; l’ingegnere direttore del servizio e una terza persona, ossia un dipendente della struttura. Come ovvio aspettarsi, nei loro confronti le accuse sono pesantissime: infatti, per gli indagati si sta ipotizzando concretamente la sussistenza dei reati di omicidio colposo plurimo; disastro colposo e rimozione degli strumenti atti a prevenire gli infortuni aggravato dal disastro e lesioni gravissime. Vediamo allora qualche ulteriore dettaglio ed aggiornamento in merito ad una vicenda in continua evoluzione in queste ultime ore.

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Funivia Mottarone: i tre indagati avrebbero ammesso le responsabilità

Le parole del comandante provinciale dei Carabinieri di Verbania non lascerebbero dubbi. Come riportato da Ansa, infatti, il tenente colonnello ha dichiarato proprio questa mattina che i tre – stretti dalle domande dell’interrogatorio avrebbero “ammesso” che il freno non sarebbe stato attivato volontariamente. Secondo la ricostruzione dell’accaduto, questo fattore potrebbe essere stato determinante per il verificarsi della tragedia della funivia Mottarone di domenica scorsa.

Come chiarito dalle forze dell’ordine: “C’erano malfunzionamenti nella funivia, è stata chiamata la manutenzione, che non ha risolto il problema, o lo ha risolto solo in parte. Per evitare ulteriori interruzioni del servizio, hanno scelto di lasciare la ‘forchetta’, che impedisce al freno d’emergenza di entrare in funzione“. In altre parola, il freno dell’impianto della funivia Mottarone è stato manomesso con il preciso intento di evitare disservizi.

L’ipotesi investigativa che già circolava nella giornata di ieri lasciava intendere che l’incidente non fosse stato il frutto di un errore umano: il forchettone sarebbe rimasto inserito per far fronte ad un’anomalia ai freni che poteva causare il blocco alla funivia. Il forchettone – che quindi non è stato rimosso – è in pratica il divaricatore che mantiene distanti le ganasce dei freni che dovrebbero bloccare il cavo portante in ipotesi di rottura del cavo trainante.

Ecco perchè il procuratore della Repubblica di Verbania, alla fine degli interrogatori, ha fatto emergere limpidamente il suo punto di vista sulla vicenda, che sembra improvvisamente delinearsi quanto alle responsabilità penali. Infatti, il PM ha spiegato che le tre persone fermate nella notte per l’incidente alla funivia Mottarone, hanno compiuto “un gesto materialmente consapevole“. Ci sarebbe insomma la componente della volontarietà, alla base dell’incidente mortale, in cui hanno perso la vita ben 14 persone. E ciò non fa che aggravare la posizione dei tre uomini.

Quali saranno gli sviluppi nelle prossime ore?

Ora che la vicenda sembra chiarirsi sempre più, è possibile capire cosa succederà a breve. La svolta nelle indagini è giunta proprio all’alba di mercoledì 26 maggio, a seguito di una notte di interrogatori serrati e che hanno messo alle corde i tre indagati. A disporre il fermo è stato il procuratore della Repubblica di Verbania, il quale coordina le indagini dei carabinieri, anche in relazione all’analisi della cabina precipitata. Il confronto è durato più di dodici ore con dipendenti e tecnici dell’impianto convocati nella caserma dell’Arma, a Stresa, fin dal pomeriggio del 25 maggio.

All’inizio convocate formalmente come ‘persone informate sui fatti‘, ma ben presto per tre persone la posizione è cambiata, divenendo di fatto indagati. Nei confronti dei tre fermati, presumibilmente scatterà nelle prossime ore la richiesta di convalida del fermo e la misura cautelare: d’altronde, come segnalato dalla Procura della Repubblica competente per il caso della funivia Mottarone, è stato già raccolto un “un quadro fortemente indiziario“. A confermare la delicatissima posizione dei tre è stata l’analisi dei reperti, che ha ribadito che “la cabina precipitata presentava il sistema di emergenza dei freni manomesso”. Si tratta insomma di soggetti che avevano, dal punto di vista giuridico ed economico, la possibilità ed anzi l’obbligo di intervenire, essendo coloro che avevano potere di scelta. Ma queste decisioni, di vitale importanza per i passeggeri della funivia Mottarone, non sono state prese.

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In verità, alcuni interventi tecnici, per far fronte ai disservizi, erano stati già svolti, ma “non erano stati risolutivi e si è pensato di rimediare“, così ha dichiarato la Procura di Verbania. Perciò, “nella convinzione che mai si sarebbe potuto verificare una rottura del cavo, si è corso il rischio che ha purtroppo poi determinato l’esito fatale“, fa sapere il procuratore, che apertamente sostiene la tesi di “uno sviluppo consequenziale, molto grave e inquietante, agli accertamenti svolti”.

Concludendo, nonostante gli accertamenti sulle responsabilità delle ultime ore, vero è che le indagini non sono ancora concluse. Infatti, da un lato sarà necessaria la relazione dei tecnici, a conferma di quanto emerso finora; dall’altro, invece, la Procura vuole ora valutare le possibili responsabilità di altre persone.

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L'autore: Claudio Garau

Laureato in Legge presso l'Università degli Studi di Genova e con un background nel settore legale di vari enti e realtà locali. Ha altresì conseguito la qualifica di conciliatore civile. Esperto di tematiche giuridiche legate all'attualità, cura l'area Diritto per Termometro Politico.
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